Rolling Stone: Il nuovo video degli Unmask è un fiume in piena

Gli Unmask sono una band romana in giro dal 2006: suonano musica complessa e travolgente, ricca di influenze alternative-prog, metal e art-rock. Abbiamo conosciuto il loro sound grazie a Sophia Told Me, l’album di debutto, una presentazione complessa di tutte le sfumature della loro musica, tra un synth analogico e una sfuriata prog. A novembre uscirà il seguito One Day Closer, edito da M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma e distribuito da Believe. Flowing è il primo singolo estratto dal prossimo album. La band si è ispirata all’aforisma di Eraclito “Pánta rheî”, tutto scorre. «Flowing è la fotografia di un istante», racconta il cantante Ignazio Iuppa, «c’è un fiume placido e paziente, si snoda tra le terre e i monti. È eterno, neutrale. Svela la natura di chi lo naviga. Tra bene e male lui non decide, sono le colpe degli uomini a castigare. Sono i meriti degli uomini a premiare». Il singolo uscirà il 16 giugno, potete vedere il videoclip in anteprima streaming qui sopra.

reviewed by Claudio Biazzetti

Dire: Unmask, come un fiume in piena il nuovo singolo “Flowing”

L’incedere è incalzante, il ritmo è serrato ma la melodia scorre libera con un’armonia travolgente. Così il ritorno sulla scena degli Unmask, un forte impatto sonoro e dei temi di grande riflessione. Flowing, uscito il 16 giugno, è distribuito da Believe ed è il primo singolo estratto da One Day Closer, album che verrà pubblicato a novembre per M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma. Unmask e il fattore tempo La band romana post/progressive in questa nuova release trae ispirazione dalla tradizione greca, in particolare dall’aforisma “Panta Rei”. Il brano recita: “You cannot get wet on the same place twice” e ancora: “Don’t forget it boy, you’ll never be the same”. Il tema dello scorrere del tempo, è stato spesso ricorrente nelle composizioni degli Unmask e il titolo del disco in prossima uscita “One Day Closer” sembra darci più di un indizio sul concept del nuovo lavoro. Unmask, Flowing Flowing è la fotografia di un istante, ci racconta il cantante Ignazio Iuppa, c’è un fiume placido e paziente. Si snoda tra le terre e i monti. Cosciente del suo essere eterno, neutrale. Attraversa civiltà ed epoche, lava e salva o trascina e danna, svela la natura di chi lo naviga, guado sicuro o ripidi flutti. Tra bene e male lui non decide, giudice imparziale e senza fine: sono le colpe degli uomini a castigare, sono i meriti degli uomini a premiare. La regia del videoclip è di Francesco Dinolfo, la sceneggiatura di Francesco Dinolfo e Marianna Lo Pizzo, molto intensa e personale l’interpretazione di Cristiano Omedè.

reviewed by Editor

Melodicamente: Unmask, il singolo “Flowing” anticipa il nuovo album

Ricordate gli Unmask? Cerchiamo di rinfrescarvi la memoria. Il rock progressive non è morto, specie se si pensa alla scena italiana. Gli Unmask sono una band romana nata nel 2006, nel 2013 danno vita al progetto-tributo “Teardrop“, omaggiando i Massive Attack, nello stesso periodo di uscita di “Sophia Told Me“, loro album di debutto. Giunti 4 anni dopo, nel 2017, gli Unmask lanciano il singolo “Flowing” che anticipa il loro secondo album. Non è assolutamente facile mantenere la propria identità musicale, soprattutto in un’epoca dove tutto scorre veloce, le idee si adeguano al passare del tempo, e la musica assume suoni diversi, appropriati alla contemporaneità del pensiero. Gli Unmask riescono a rimanere coerenti rispetto a quanto fatto all’inizio: le loro ispirazioni affondano radici in grande profondità, rimangono ancorate alla filosofia greca e alla saggezza dell’antichità, ne sono la dimostrazione il primo album Sophia Told Me, e il singolo fresco d’uscita “Flowing“.
“Panta Rei”, “tutto scorre“, è da qui che inizia il racconto del nuovo singolo degli Unmask. Non siamo altro che immersi in un flusso in continuo movimento: questa è la chiave di lettura del nuovo singolo degli Unmask, la celebre locuzione è il punto di partenza per la scoperta di un nuovo punto di vista, l’acquisizione di una consapevolezza umana. Nulla è mai come vissuto pochi attimi prima, il tempo interviene sugli eventi e li trasforma, li adegua. In “Flowing” un fiume tacito e calmo aspetta silenziosamente il lento scorrere del tempo, e restituisce alla natura umana la sua vera indole, svelando la natura di chi lo naviga. Panta rei è una condizione necessaria anche per la musica, è per questo che le ispirazioni hanno un emivita breve, gli accordi, le composizioni non hanno mai lo stesso significato di quelle precedenti. “Flowing” degli Unmask è dunque un degno successore di “Sophia Told Me”, un passo futuro compiuto a distanza di 4 anni con una consapevolezza diversa. Il nuovo singolo degli Unmask anticipa l’album “One Day Closer“, edito da M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma e distribuito da Believe, la cui uscita è prevista per Novembre. I suoni sono duri, si aprono ad una nuova era dell’art-rock, diventano maturi e accettano un messaggio importantissimo, non nascondono una morbidezza e una grande profondità congenita, caratteri distintivi di una produzione musicale come quella della band romana. Fragilità e scoperta sono gli elementi del video diretto da Francesco Dinolfo, con sceneggiatura di Francesco Dinolfo e Marianna Lo Pizzo, con l’intensa e personale interpretazione di Cristiano Omedè. Questi sono gli Unmask, questa è “Flowing“, dal 16 giugno disponibile in tutti gli store digitali.

reviewed by Carmen Pierri

Il Messaggero: Flowing, il ritorno del rock progressive romano degli Unmask

Un forte impatto sonoro e dei temi di grande riflessione: tornano sulla scena gli Unmask con il singolo Flowing, uscito il 16 giugno, distribuito da Believe. Si tratta del primo singolo estratto da One Day Closer, album che verrà pubblicato a novembre per M.I.L.K. - Minds In a Lovely Karma. La band romana post/progressive in questa nuova release trae ispirazione dalla tradizione greca, in particolare dall’aforisma “Panta Rei”. Il brano recita: “You cannot get wet on the same place twice” e ancora: “Don’t forget it boy, you’ll never be the same”. Il tema dello scorrere del tempo, è stato spesso ricorrente nelle composizioni degli Unmask e il titolo del disco in prossima uscita “One Day Closer” sembra dare più di un indizio sul concept del nuovo lavoro. «Flowing è la fotografia di un istante - racconta il cantante Ignazio Iuppa - c'è un fiume placido e paziente. Si snoda tra le terre e i monti. Cosciente del suo essere eterno, neutrale. Attraversa civiltà ed epoche, lava e salva o trascina e danna, svela la natura di chi lo naviga, guado sicuro o ripidi flutti. Tra bene e male lui non decide, giudice imparziale e senza fine: sono le colpe degli uomini a castigare, sono i meriti degli uomini a premiare». La regia del videoclip è di Francesco Dinolfo, la sceneggiatura di Francesco Dinolfo e Marianna Lo Pizzo, molto intensa e personale l’interpretazione di Cristiano Omedè. Attivi dal 2006, gli Unmask sono una band di Roma, con influenze alternative-prog, metal e art-rock. Le sonorità si sono evolute nel tempo, dall’album di debutto "Sophia Told Me", riscoprendo il calore delle valvole e dei synth analogici e arricchendo il sound di atmosfere ambient e post-prog. Un approccio più diretto nella composizione senza perdere il groove e la melodia che da sempre caratterizzano la band. Dopo il fortunato tributo a Teardrop dei Massive Attack, accolto con il favore della critica e con successo dal popolo del web, è prossima l'uscita del nuovo album "One Day Closer" edito da M.I.L.K. - Minds In a Lovely Karma.

reviewed by Editor

Madonie Press: Arriva Flowing, il fiume in piena del rock che nasce dalle Madonie

Il nuovo video della band Unmask capitanata da Ignazio Iuppa di Petralia, con la regia di Francesco Dinolfo sbarca in anteprima su RollingStone Italia. Artisti e professionisti dalla Sicilia fino a Torino con una sosta nella Capitale. A Roma infatti la sede operativa degli Unmask, band nata nel 2006 capitanata da Ignazio Iuppa. Alla regia del nuovo video “Flowing” Francesco Dinolfo che insieme a Marianna Lo Pizzo ne ha curato la sceneggiatura. L’anteprima è stata svelata da Rollingstone Italia e dal 16 giugno la release sarà disponibile in tutti gli store digitali, distribuito da Believe ed è il primo singolo estratto da One Day Closer, album che verrà pubblicato a novembre per M.I.L.K. – Minds In a Lovely Karma. L’incedere è incalzante, il ritmo è serrato ma la melodia scorre libera con un’armonia travolgente. Così il ritorno sulla scena degli Unmask, un forte impatto sonoro e dei temi di grande riflessione. La band romana post/progressive in questa nuova release trae ispirazione dalla tradizione greca, in particolare dall’aforisma “Panta Rei”. Il brano recita: “You cannot get wet on the same place twice” e ancora: “Don’t forget it boy, you’ll never be the same”. Il tema dello scorrere del tempo, è stato spesso ricorrente nelle composizioni degli Unmask e il titolo del disco in prossima uscita “One Day Closer” sembra darci più di un indizio sul concept del nuovo lavoro. Flowing è la fotografia di un istante, racconta a RollingStone il cantante Ignazio Iuppa, c’è un fiume placido e paziente. Si snoda tra le terre e i monti. Cosciente del suo essere eterno, neutrale. Attraversa civiltà ed epoche, lava e salva o trascina e danna, svela la natura di chi lo naviga, guado sicuro o ripidi flutti. Tra bene e male lui non decide, giudice imparziale e senza fine: sono le colpe degli uomini a castigare, sono i meriti degli uomini a premiare.

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TuttoRock: UNMASK - Intervista alla band

Oggi intervisto gli Unmask, la band romana post-progressive che ha pubblicato il 16 giugno il singolo Flowing. Il brano è il primo estratto da One Day Closer, loro nuovo album che verrà pubblicato a novembre ed edito da M.I.L.K. - Minds In a Lovely Karma e promosso da Volcano Records & Promotion. Ciao ragazzi e benvenuti su Tuttorock! Presentatevi ai nostri lettori con tre aggettivi. Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per averci ospitato. Descrivere in tre parole quello che siamo e che facciamo da ormai oltre dieci anni è veramente molto difficile. Ma è proprio da questo nostro percorso che vorremmo prendere spunto per il primo aggettivo: "Testardi" perché per fare, e continuare a fare, in Italia del prog rock da band indipendente nonostante tutte le difficoltà, ci vuole veramente una testa dura. Il secondo invece lo prendiamo in prestito, e lo conserviamo gelosamente, da chi spesso ci ha definito nelle recensioni come una band "di personalità". Il terzo è: "Originali" e viene dalla nostra musica, un aspetto che secondo noi ci caratterizza e che dà molto valore alla nostra composizione ma che spesso si è scontrato con la necessità degli addetti ai lavori del mercato discografico di categorizzare e settorializzare i vari generi musicali. Siete qui per presentare il vostro singolo Flowing, uscito il 16 giugno, di cui avete già girato anche il video, tra l'altro complimenti perché è molto bello. Parlateci di questo brano. Grazie mille per i complimenti, troppo buoni. Flowing è un lavoro del quale andiamo molto orgogliosi. Il brano è stato scritto tutto quanto in una sera, cosa piuttosto singolare per i nostri standard ma è uscita così, l'abbiamo semplicemente lasciata "scorrere". Ci è sembrata così spontanea la composizione che abbiamo pensato potesse funzionare anche come singolo del nuovo disco. Il testo è ispirato dall'aforisma greco "Panta Rei" e descrive un fiume placido, paziente, eterno e neutrale; un giudice imparziale e senza fine che rappresenta lo scorrere del tempo e che ricorda agli uomini: "you cannot get wet on the same place twice" e "don't forget it boy, you'll never be the same". Il resto è stato merito di Francesco Dinolfo e di Marianna Lo Pizzo che hanno realizzato un videoclip meraviglioso e che hanno scelto Cristiano Omedè, protagonista del video, un attore veramente bravo e una persona speciale che ha amato fin da subito la nostra musica e sposato i nostri progetti. ...E chissà poi se tutto questo sia solo l'inizio di una collaborazione più ampia?! Flowing anticipa l'uscita dell'album One Day Closer prevista a novembre. Come è stato scrivere questo nuovo lavoro? A cosa vi siete ispirati? One Day Closer è un album piuttosto diverso dai precedenti lavori, sicuramente perché l'ultimo nostro full length era datato 2010, ma anche perché la formazione della band ora ha una chitarra in meno e qualche synth in più. Abbiamo quindi cercato di fare di necessità virtù e nella composizione abbiamo scelto delle soluzioni più dirette, meno barocche dando maggiore risalto alle ritmiche. In studio, insieme a Mario e Alberto di M.I.L.K - Minds In a Lovely Karma, abbiamo puntato molto sul "calore" delle sonorità facendo un largo uso di amplificatori a valvole e synth analogici. In quale momento del giorno scrivete musiche e testi? Componete insieme? Ci incontriamo generalmente la sera e la gran parte delle composizioni è fatta insieme nel box dove proviamo, nel nostro "laboratorio"... Solamente alcune parti dei testi che possono aver bisogno di una concentrazione maggiore vengono scritti in un secondo tempo. Quali sono stati i vostri mentori musicali? E come ricordate i vostri inizi? Ognuno nel gruppo ha un suo percorso e delle proprie influenze musicali che spesso emergono nelle nostre composizioni. Le band che probabilmente abbiamo avuto come principali riferimenti negli anni sono i Tool, i Porcupine Tree, ovviamente i Pink Floyd, ma anche Russian Circles, Sigur Ros e Portishead, per citarne alcuni. I nostri inizi furono molto entusiasmanti, rispetto alle band con le quali avevamo suonato precedentemente si respirava un'aria diversa, c'era una grande consapevolezza di aver creato un progetto importante e molto ambizioso. Siamo stati poi sicuramente anche molto fortunati nel trovare fin da subito un pubblico fantastico, curioso e attento che ci ha dato la spinta a migliorarci, e la forza per non mollare mai, e che ancora oggi ci accompagna fedelmente. Ora fino alla pubblicazione dell'album cosa dobbiamo aspettarci dagli Unmask? Ora ci stiamo ancora godendo l'uscita di Flowing, il video su Youtube ha quasi raggiunto le 25.000 views, ma a breve uscirà il secondo singolo estratto da One Day Closer. Vi sveliamo in anteprima il nome del brano: Memento e la data di uscita: 22 settembre, il resto però sarà una sorpresa...

reviewed by Monica Atzei

Music Map: La tradizione italiana del progressive rock in chiave moderna...

I dischi non si vendono più, i grandi media sono sempre meno permeabili alle nuove proposte, e la qualità generale della musica prodotta e consumata nel Belpaese si abbassa di anno in anno sempre di più, sotto i colpi sferrati dai talent show. Fare un disco nel 2017 è un vero e proprio atto di coraggio, e oggi parliamo di questo e altro con un gruppo giovane che per la seconda volta si affaccia al mondo della discografia: gli Unmask, band romana, con un secondo disco in arrivo il prossimo autunno. Ciao ragazzi, iniziamo dalle presentazioni: chi sono e come nascono gli Unmask? ''Gli Unmask sono Ignazio Iuppa (Voce e synth), Claudio Virgini (chitarra), Daniele Scarpaleggia (basso) e Dario Santini (batteria), quattro musicisti con un background ed esperienze molto eterogenee alle spalle. Il progetto nasce nel 2006 da un'idea di Daniele e Claudio, quella del perseguire la tradizione italiana del progressive rock in chiave moderna, strizzando l'occhio alle tendenze neo prog britanniche e statunitensi. Alla band si unisce presto Ignazio, l'incontro con lui fu fortuito e degno di una delle migliori trame cinematografiche, infatti la sua segnalazione ci arrivò dall'incontro di un suo carissimo amico con l'allora nostro chitarrista Salvatore Tinè su un bus notturno. L'arrivo di Dario è invece del 2008 in un periodo in cui eravamo alla ricerca di un nuovo batterista e dopo diversi provini arrivò lui, ci colpì subito, fu "amore" a prima vista''. Da dove viene la vostra musica, quali sono le principali influenze e cosa vi ispira? ''Come dicevamo prima, la tradizione del progressive rock italiano sicuramente ci ha indirizzato, anche se poi nella nostra musica non ci sono particolari riferimenti alle composizioni di quel periodo. Traiamo maggiormente spunto dalle nuove correnti neo progressive e post rock. Le band che, nel complesso, crediamo possano influenzare di più la nostra musica sono i Tool, i Porcupine Tree, ovviamente i Pink Floyd, ma anche i Russian Circles, i Sigur Ros e i Portishead''. Fino a qualche anno fa, produrre un disco equivaleva all'inizio di un sogno, la condizione necessaria per sperare in una carriera nel mondo della musica. Oggi sappiamo che le cose sono molto diverse, cosa si aspetta una band emergente come la vostra da un'uscita discografica? ''Crediamo che produrre un disco sia ancora la condizione necessaria per sperare in una carriera nel mondo della musica, perché vogliamo pensare che la musica sia ancora l'elemento centrale che possa suscitare l'interesse del pubblico, dei media e degli addetti ai lavori. Il problema è che non esistono più le carriere musicali, o almeno non come quelle che abbiamo visto percorrere ai nostri eroi. L'industria musicale è sempre più in crisi, in una crisi senza fine, perché la musica e la sua fruizione hanno perso ogni tipo di valore, nessuno compra più dischi, non gira più un euro, e se a questo ci aggiungi le politiche delle major che tendono ad investire quasi tutto su fenomeni legati al costume, allo show o al nuovo tormentone dell'estate, il risultato è evidente: alle band emergenti che non fanno musica commerciale restano le briciole. Avendo questa consapevolezza, è chiaro che bisogna tarare di conseguenza anche obiettivi e aspettative, e per noi riuscire a soddisfare ed incrementare la nostra fan base ed organizzare un buon tour avendo la possibilità di portare in giro con noi la nostra musica non ha prezzo''. Che rapporto avete con il web e quanto credete possa essere importante per una band emergente come la vostra? ''Il web oggi è fondamentale, è di fatto la principale vetrina per una band emergente come noi. Ci offre infinite possibilità per raccontare la vita del gruppo, condividere con i nostri follower i traguardi raggiunti, e utilissimi strumenti per diffondere sempre di più la nostra musica. Il web è un mezzo di comunicazione al quale però bisogna prestare una grande attenzione, ci vuole una cura continua dei contenuti, professionalità, originalità e molto lavoro per costruire una buona immagine. Questo perché ormai la presenza sul web delle band, anche autoprodotte, è sempre più massiccia e ben organizzata, e per distinguersi in mezzo a questo mare magnum ci vuole veramente una marcia in più''. Progetti futuri a breve o lungo termine? ''A giugno è uscito il nostro ultimo singolo “Flowing”, un brano che ci ha dato molte soddisfazioni e sul quale abbiamo ricevuto molti feedback positivi, il video su Youtube ha raggiunto quasi le 25.000 views. A breve uscirà il secondo singolo con videoclip “Memento”, e a novembre pubblicheremo ufficialmente il nostro secondo disco “One Day Closer”. Stiamo lavorando molto per cercare di fissare un po’ di date per quel periodo, per tornare a respirare l’aria del tour e portare la nostra musica live nelle principali città italiane e non solo…''.

reviewed by Editor

Excite Musica: Unmask - Teardrop, il video del nuovo singolo

Correva l’anno 1998, quando la storica band britannica dei Massive Attack consegnò alla storia della musica internazionale “Teardrop”, un brano destinato a diventare un classico del trip-hop e non solo. Pubblicato come singolo il 27 aprile 1998, la canzone è infatti inclusa nell'album Mezzanine. Oggi in occasione del quindicennale dell’uscita di questo storico pezzo, la band romana degli Unmask decide di rendere omaggio alla storia del trip-hop rivisitando “Teardrop” in chiave post-progressive. Ad accompagnare il brano arriva, inoltre, un videoclip (realizzato da Stefano Bagnoli e Tommaso Cassinis) ispirato dall’immagine di copertina del singolo del ‘98, il “black flower”, un fiore al quale è stata conferita la capacità di modificare la percezione di passato e presente della protagonista, interpretata da Francesca Veronica Sanzari, all’inseguimento di un petalo che porta con sé ricordi e persone passate. Dopo l'ottimo riscontro di pubblico e critica dell'esordio "Sophia told me" nel 2010, è ora il momento del ritorno sottoforma di omaggio ai Massive. Un'idea che nasce dalla volontà di rivisitare non solo l’immaginario collettivo degli anni ’90, ma specie un brano che oramai è diventato un cult senza tempo. Attiva dal 2006, la band romana si è già fatta notare grazie all’album d’esordio intitolato "Sophia Told Me" risultato di quattro anni di lavoro, oltre che del primo demo con cui hanno promosso, nel 2007, alcuni brani raccolti in questo album e che sono valsi loro ottime recensioni e titoli in importanti webzines nordamericane e del Nord Europa. Attivi soprattutto nei locali della capitale, hanno avuto opportunità di farsi conoscere anche all’estero, tanto che il missaggio di Sophia told me è stato affidato agli studi di Nick Watson a Londra. Con questo nuovo singolo che anticipa il loro secondo album in studio, gli Unmask cercano di uscire dallo scenario capitolino per conquistarsi, come hanno saputo fare a Roma, una fetta più ampia di pubblico.

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Mescalina: gli Unmask firmano per Volcano Records e annunciano l'uscita di un nuovo disco

Gli Unmask sono una band romana attiva dal 2007 che miscela nel proprio sound, progressive ed alternative in maniera personale e ricercata. Dopo l’esordio del 2010 con Sophia Told Me, il gruppo annuncia la firma di un contratto di distribuzione e promozione del secondo disco con la prolifica Volcano Records & Promotion. Nel 2013 la band aveva pubblicato una propria versione di Teardrop dei Massive Attack che aveva spopolato sul web permettendo agli Unmask di guadagnarsi simpatie e pubblico. Non resta dunque che aspettare i primi singoli che anticiperanno l’uscita del nuovo disco. Link al video Teardrop (Massive Attack Cover): https://www.youtube.com/watch?v=SulsoCw5faU

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Metalforce: Unmask firma per Volcano Records

Gli Unmask sono una band romana attiva dal 2006 che miscela nel proprio sound, progressive ed alternative in maniera personale e ricercata. Dopo l’esordio del 2010 con Sophia Told Me, il gruppo annuncia la firma di un contratto di distribuzione e promozione del secondo disco con la prolifica Volcano Records & Promotion. Nel 2013 la band aveva pubblicato una propria versione di Teardrop dei Massive Attack che aveva spopolato sul web permettendo agli Unmask di guadagnarsi simpatie e pubblico. Non resta dunque che aspettare i primi singoli che anticiperanno l’uscita del nuovo disco. Link al video Teardrop (Massive Attack Cover): https://www.youtube.com/watch?v=SulsoCw5faU

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Melodicamente: gli Unmask riescono a prendere gli aspetti positivi della passione e la razionalità legata allo studio della musica per regalarci un risultato che oggi viene definito “internazionale”

Nati nel 2006, gli Unmask sin dagli esordi hanno cominciato a calcare i palchi del territorio romano e nazionale, godendo di una sempre maggiore considerazione. Arrivata ad oggi, nel 2013, la band di Ignazio, Claudio, Daniele e Dario, dopo aver collezionato tante piccole soddisfazioni, una demo, un album ed essere arrivati come finalisti in occasione di alcuni importanti concorsi, è pronta a dimostrare al pubblico che in fondo quando la musica pulsa dentro non c’è verso di tenerla a bada. Gli Unmask sono tornati in una maniera del tutto speciale, regalando una cover di uno tra i brani della musica triphop più amati degli ultimi tempi, Teardrop dei Massive Attack. Il genere degli Unmask non è definito, è piuttosto un insieme di generi che vanno dall’hard rock fino ad arrivare al metal, passando per il rock psichedelico. Condite con una buona dose di momenti ambient, le melodie degli Unmask si propongono quasi a distruggere tutte le idee e i luoghi comuni che parlano del rapporto conflittuale tra cuore e cervello. Il cuore rappresenta la passione e il cervello la razionalità, gli Unmask riescono a prendere gli aspetti positivi della passione per la musica e la razionalità legata allo studio della musica, mettendoli insieme e regalarci un risultato che oggi viene definito “internazionale”. Se per internazionale s’intende la pulizia e la precisione come la perfetta manifattura ritmica e melodica allora gli Unmask rientrano perfettamente in questa definizione. La musica aiuta a conoscersi meglio, e gli Unmask con l’album “Sophia Told Me” riescono a farci viaggiare nel loro concetto di musica, così profondo ma così immediato che quasi facciamo fatica a definirlo solo “musica”. A Tu per Tu con gli Unmask Gli Unmask hanno scelto il 2013 per ripartire da Sophia Told Me, quali esperienze e quali passioni racchiude il vostro album, e attraverso la profonda conoscenza di sé stessi, quali pezzi di voi sono inclusi in questo disco? Sophia Told Me ha significato tanto per gli Unmask: per il tempo trascorso a ragionare su ogni singolo brano, per la pazienza che è stata necessaria per portare avanti una lavorazione di qualità, per le risorse economiche che ognuno di noi ha impiegato per portarlo alla luce. Siamo cresciuti lavorando a questo album e le tracce sono cresciute con noi, nel senso che ognuna di essa cristallizza l’evoluzione musicale che gli Unmask hanno avuto dalla propria formazione fino ad oggi. Le tracce di Sophia told me sono legate da un fil rouge comune che è quello del percorso di conoscenza personale che ciascuno di noi, in determinati momenti della propria vita, compie o è costretto a fare. Partendo dai vissuti personali, però, abbiamo cercato di raccontare qualcosa di universale: i nostri brani parlano di attese, bugie, disperazioni, orgoglio, determinazione, speranze, confusioni; tutti sentimenti che fanno parte delle esperienze di vita di qualunque persona. Vorremmo quindi che chi ascoltasse i nostri pezzi si riconoscesse nelle sensazioni in essi raccontate. Teardrop degli Unmask è la perfetta trasposizione progressive di un brano che si distacca totalmente dal vostro genere, che legame avete con il brano dei Massive Attack? In che modo i vostri gusti musicali personali vengono miscelati per ottenere un progressive chiaro pulito e di grande qualità? Rileggere un pezzo così distante dal nostro genere musicale si è rivelato un modo per riflettere sul nostro stile e sul nostro modo di comporre musica; però, anche se non in maniera diretta, nei momenti ambient di Sophia Told Me si potrebbe riconoscere, se non i suoni, almeno l’approccio a là Massive Attack. Tutto questo perchè, essendo stati “consumatori seriali” di tutto ciò che di interessante usciva nel periodo della nostra adolescenza, loro sono stati imprescindibili nella crescita musicale di ciascuno di noi: soprattutto per la scoperto di sonorità electro-ambient prima sconosciute. Per quanto riguarda il nostro modo di comporre, non c’è una regola con la quale miscelare i nostri gusti personali: lasciamo che il “caso” e l’alchimia sonora facciano il loro corso. Il messaggio prima di tutto e poi la forma e le strutture e non viceversa: quando componiamo partiamo da nuclei ritmici o melodici che vengono proposti da ognuno di noi. Poi da lì si cerca di rendere il tutto coerente con un’idea espressiva che si va formando confrontando le varie possibilità che via via escono fuori. La maggior parte delle volte è sempre la musica ad uscire fuori, poi vengono i testi; ispirati dagli stati d’animo che la musica suscita al cantante. La vostra filosofia è un po’ quella del “giù la maschera”, il che suona come invito a spogliarsi di tutti i travestimenti per mostrarsi in maniera nuda e cruda con i propri sentimenti e le proprie debolezze, eppure voi vi siete mostrati spesso con le maschere durante qualche spettacolo live… In che modo l’arte visiva aiuta le vostre performance e come reagisce il pubblico ad un concerto ricco di significati come quello portato in scena dagli Unmask? Le maschere vengono usate nei nostri live, ma non da noi. Dove è stato possibile, abbiamo portato sul palco ballerini mascherati per marcare proprio la differenza tra avere una maschera e non averla. In quel modo vogliamo rappresentare nel momento della performance musicale la dialettica presente nella vita di tutti i giorni: tra chi fa i conti con i proprio sentimenti e debolezze e chi continua a vivere di travestimenti. Fondendo raffigurazioni visive e sonore vogliamo creare uno spettacolo intriso di colori e di atmosfere perché la fusione di più arti insieme è in grado di coinvolgere e appassionare maggiormente il pubblico. Essendo un concept album, Sophia Told Me racconta una storia, un percorso. Tutto questo è più facile da comunicare affiancando alla musica, immagini, danze e stimoli visivi. Pensiamo che in questo modo chi ci venga ad ascoltarci possa gustare in pieno la nostra proposta artistica. Unmask: Teardrop. L’ascolto Era il 27 Aprile 1998 quando i Massive Attack davano i natali a Teardrop, e gli Unmask il 27 Aprile 2013 hanno voluto celebrare il quindicesimo compleanno di questo straordinario pezzo. Un brano dall’inconfondibile identità musicale, così ancorato al genere del collettivo di Bristol, che quasi facciamo fatica a pensarlo trasposto in tutt’altro genere, sembra quasi rivivere di una luce nuova grazie alle sapienti doti musicali degli Unmask. Spogliato di tutte le sfumature che lo facevano tra i brani più sognanti e delicati, Teardrop diventa misterioso ed inquietante, e in contrapposizione alla fragilità della parte vocale dell’originale, in quella degli Unmask viene resa più dura e cattiva dall’inconfondibile timbro del cantante. Un’audace tentativo di trasporre un brano dai suoi antipodi musicali a quelli degli Unmask, arriva a conferma di un lavoro fatto in maniera minuziosa ed accurata, completando una già consolidata identità musicale con questa prova del nove. La parola d’ordine sembra essere carattere, accompagnato da una forte dose di individualità musicale, che in definitiva riesce a collocare gli Unmask e la loro musica su di un gradino a parte rispetto al resto del panorama musicale italiano. Grande passione e grande dedizione per un lavoro fatto come si deve, con una completezza filosofica e artistica che difficilmente viene riscontrata in artisti emergenti.

reviewed by Carmen Pierri

ExitWell: Teardrop – il nuovo video degli Unmask

Gli Unmask sono una band alternative rock, su questo penso ci sia poco da discutere. Sicuramente andando ad analizzare a fondo il lavoro di questa band romana si possono trovare molte sfumature ed influenze che vanno dal progressive all’hard rock, passando talvolta attraverso sonorità psichedeliche. Di certo quello che non ti aspetti da una band come gli Unmask è un tributo a quello che forse è il pezzo più celebre dei Massive Attack, Teardrop appunto, che la band propone con un videoclip che uscirà il prossimo 27 aprile. Cosa c’entrano gli Unmask con l’elettronica dei Massive Attack? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro. “Con Teardrop, i Massive Attack consegnarono alla storia della musica internazionale un brano destinato a segnare l’immaginario collettivo degli anni ’90. Tutto in quel pezzo lascia il segno: l’arpeggio di chitarra, la straordinaria voce della Fraser, quell’incedere sinuoso e deciso della base ritmica. Fare un omaggio a Teardrop, a quindici anni dalla sua uscita, è un modo per testimoniare quanto i Massive Attack siano stati imprescindibili nella crescita musicale di ciascuno di noi. Rileggere un pezzo così distante dal nostro genere musicale, inoltre, ci è stato molto utile per “riflettere” sul nostro stile e sul nostro modo di comporre musica”

reviewed by Francesca Radicetta

Mescalina: gli Unmask celebrano i 15 anni di Teardrop

Il 27 aprile 1998, presentando Teardrop, i britannici Massive Attack consegnarono alla storia della musica internazionale un brano destinato a diventare un classico del trip-hop e non solo. La straordinaria voce di Elisabeth Fraser e il particolarissimo videoclip diretto da Walter Stern segneranno l’immaginario collettivo degli anni ’90 dando vita a quello che è uno dei brani cult più amati e tuttora ascoltati. Il 27 aprile 2013, in occasione del quindicennale dell’uscita di Teardrop, gli Unmask decidono di rendergli omaggio con una loro interpretazione che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche dei Massive Attack. Il brano sarà presentato con un videoclip ispirato dall’immagine di copertina del singolo del ‘98, il “black flower”, un fiore al quale è stata conferita la capacità di modificare la percezione di passato e presente della protagonista. Sul canale ufficiale della band “unmaskchannel” è possibile vedere in anteprima il teaser/trailer del videoclip di prossima uscita. Gli Unmask tornano in scena con un nuovo singolo a distanza di tre anni dal loro disco di esordio “Sophia Told Me”, album composto di 10 tracce inedite e caratterizzato da un’alternanza di sonorità rock/post progressive, psichedeliche e ambient. Il disco ha attirato l’attenzione di molte riviste e webzine italiane ed internazionali. Scelto da Jamyourself come secondo classificato tra gli album emergenti del 2010, “Sophia Told Me”, ha ricevuto apprezzamenti anche da Mescalina, Movimenti Prog, Metal.it, Rockrevolution, RockLab, Hard Sound, Prognaut ed è in rotazione su numerose emittenti radiofoniche di settore.

reviewed by Editor

FascinoRock: Teardrop è stata arrangiata secondo lo stile degli Unmask: è davvero meravigliosa quando si apre nella seconda parte e le chitarre sono protagoniste assolute

Il 27 aprile 1998, presentando Teardrop, i britannici Massive Attack consegnarono alla storia della musica internazionale un brano destinato a diventare un classico del trip-hop e non solo. La straordinaria voce di Elisabeth Fraser e il particolarissimo videoclip diretto da Walter Stern segneranno l’immaginario collettivo degli anni ’90 dando vita a quello che è uno dei brani cult più amati e tuttora ascoltati. Il 27 aprile 2013, in occasione del quindicennale dell’uscita di Teardrop, gli Unmask decidono di rendergli omaggio con una loro interpretazione che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche dei Massive Attack. Il brano sarà presentato con un videoclip ispirato dall’immagine di copertina del singolo del ‘98, il “black flower”, un fiore al quale è stata conferita la capacità di modificare la percezione di passato e presente della protagonista. Sul canale ufficiale della band “unmaskchannel” è possibile vedere in anteprima il teaser/trailer del videoclip di prossima uscita. Gli Unmask tornano in scena con un nuovo singolo a distanza di tre anni dal loro disco di esordio “Sophia Told Me”, album composto di 10 tracce inedite e caratterizzato da un’alternanza di sonorità rock/post progressive, psichedeliche e ambient. Il disco ha attirato l’attenzione di molte riviste e webzine italiane ed internazionali. Scelto da Jamyourself come secondo classificato tra gli album emergenti del 2010, “Sophia Told Me”, ha ricevuto apprezzamenti anche da Mescalina, Movimenti Prog, Metal.it, Rockrevolution, RockLab, Hard Sound, Prognaut ed è in rotazione su numerose emittenti radiofoniche di settore.

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Cowinning: Musica e social: intervista a Ignazio Iuppa, cantante degli Unmask

Molto tempo fa ho conosciuto su Twitter un cantante dal nome Ignazio Iuppa, che stava promuovendo il nuovo singolo della sua band, gli Unmask. Il brano era una cover di Teardrop dei Massive Attack davvero intensa che mi ha colpito fin dal primo ascolto. Da allora seguo molto gli Unmask ma Ignazio non è solo un cantante. Lui è un social media specialist e community manager che scrive come blogger per I Love Green. Ma non solo, perchè scrive come blogger e collabora anche per Brands Invasion. Fino al dicembre 2013 lavorava come resposabile marketing e comunicazione in una casa editrice di Roma ma la crisi colpisce duro e adesso Ignazio è alla ricerca di collaborazioni. Un social media specialist che è anche un cantante: chiamarlo in causa per parlare di come la musica e i social siano legati a doppio filo era un’occasione unica. Ignazio conosce bene il web e sa quanto può essere utile per un gruppo musicale che vuole emergere. Abbiamo parlato un pò e adesso scopriamo il cantante degli Unmask. Chi sono gli Unmask? Gli Unmask sono un gruppo romano nel quale canto e suono i synth. Siamo nati nel 2006 e abbiamo all’attivo un album (autoprodotto) che si chiama “Sophia Told Me”, più di 60 concerti per l’Italia e un singolo, “Teardrop”, tributo ai Massive Attack, pubblicato lo scorso aprile (sempre autoprodotto) che su Youtube ha superato le 130 mila visualizzazioni. Nella musica che suoniamo cerchiamo di far coesistere rock, metal, progressive e psichedelia. Stiamo cominciando a lavorare sul secondo album e non vediamo l’ora di pubblicare e portare in giro le nostre nuove canzoni. Quali difficoltà avete dovuto affrontare per affermarvi e cosa consigliereste a una band emergente in Italia per farsi notare da una casa discografica? Forse la risposta più breve è: fare musica che piace alla gente e nella quale le case discografiche annusano potenzialità “commerciali”. Il problema è che non credo che ci sia più una casa discografica disposta ad investire su un artista, ad attendere che maturi, che lo accompagni e lo consigli nel proprio percorso musicale. Diciamo che vogliono investire (senza rischio) su qualcuno che è già conosciuto dal pubblico. Sembra la storia del “cercasi stagisti con esperienza” non è vero? Purtroppo questo non è uno dei periodi migliori per farsi notare dalle case discografiche (se poi suoni un genere non proprio pop la cosa è quanto mai vera) e solo con l’appoggio del pubblico puoi sperare di farcela. Non a caso il crowdfunding è l’unica possibilità oggi a disposizione delle band per cercare di reperire risorse economiche per finanziare la propria attività. Mi piacerebbe molto risponderti che ci siamo affermati ma ti direi una cosa falsa. Purtroppo la vita del musicista indipendente è durissima e molto faticosa e credere di essere affermati è l’errore più grande che si possa compiere. Di buono c’è ovviamente la libertà artistica: non c’è nessuno che ti impone canzoni o scelte che magari potresti poco digerire. Devi solo rendere conto alla tua coscienza e ai fan che ti seguono. Ecco, costruire una solida, coinvolta e fedele base di fan è l’altro consiglio che potrei dare. Ma oltre a cercare di creare musica che possa in qualche modo piacere a chi l’ascolta e che possa soddisfare il tuo piacere nel farla, infatti, ti devi occupare di svariate altre cose: cercare date e organizzare concerti, organizzare e autofinanziare sala prove, produzione dischi, trasferte per l’Italia, pubblicità online e offline. Curare e coltivare il rapporto con i fan, cercarne di nuovi, cercare contatti e attirare l’attenzione degli addetti ai lavori. Insomma, quello che in una casa discografica è lavoro di più persone, nella scena indipendente è nella mani della sola band. Ovviamente siamo felici di avere buoni riscontri sia nelle serate live che nei giudizi sul nostro primo album. Ed è questo che ci sprona ad andare avanti. Secondo te i talent show come X Factor possono essere realmente d’aiuto? Dipende. Io non demonizzo i talent a priori. Possono anche essere una buona opportunità di successo. È chiaro che devono essere contestualizzati Prima di tutto perché anche lì solo in pochi ce la fanno e non solo per il loro talento musicale: a determinarne la visibilità influisce soprattutto quanto sei spendibile come personaggio. Nel music business della “canzone pop da hit parade”, la musica non conta poi così tanto perché un pezzo potrà essere pure non bellissimo ma se te la sparano sulle radio e in televisione per 5-6 volte al giorno, finirai inevitabilmente per canticchiarlo. Dico questo perché penso che siano uscite bellissime voci dai talent ma il tipo di canzoni che si ritrovano a cantare esaltano poco o niente le loro doti canori (l’esempio di Chiara dell’edizione 2012 di X Factor è lampante secondo me). Chi si affida ai talent per sfondare deve essere cosciente di quello che esige il pop italiano. E non è detto che il successo sia duraturo. Pochi giorni fa è uscito un post molto interessante su Wired che ci da l’idea di quanto certi “artisti” usciti dai talent vari siano dei fuochi di paglia e dei prodotti “usa e getta”. Un nome da sfruttare fino a quando le ragazzine non si innamorino di altri idoli. Quali sono le aziende che, secondo te, sono più propense a sponsorizzare gruppi emergenti? Se parliamo di gente famosa e conosciuta, un artista ha la stessa forza di un testimonial ed è cosi che è stato usato dai brand (tra gli ultimi casi TIM con Chiara). Se parliamo, invece, di gruppi emergenti non penso ci sia un’azienda disposta a farlo. Ci sono i casi di Becks o della Jack Daniel’s che sponsorizzano contest di musica per band emergenti, ma secondo me non è la stessa cosa, perché lì il fine ultimo ( forse sarò cinico), è cercare di attirare l’attenzione sulla marca e convogliare traffico ai siti facendo partecipare con le votazioni tutti gli amici della band che vengono spammati da preghiere di voto. La prova del nove? Sfido chiunque a ricordare qualche vincitore di questi contest. Se il fine fosse quello della sponsorizzazione qualche nome sarebbe dovuto rimanere noto in questi anni. Ma io non ne conosco nemmeno uno. In un mondo normale diciamo che non sarebbe nemmeno il loro mestiere quello di finanziare band emergenti. Quello che mi potrei aspettare, invece, potrebbe essere che marche famose potessero andare in giro per la rete alla ricerca di musica interessante per i loro spot o le loro produzioni promozionali. Tu sei un social media manager e il cantante del gruppo Unmask. In questo doppio ruolo cosa ne pensi della presenza dei musicisti italiani sui Social? Per quanto riguarda gli artisti mainstream, i social vengono usati per consolidare un canale di vicinanza con i propri fan che sono ben lieti di seguire da vicino le attività dei propri idoli. Come non citare il caso di Vasco Rossi su Facebook, in quel caso i social media si sono sostituiti alle agenzie stampa deputate a diffondere i comunicati ufficiali degli artisti. Ricordi come ogni suo status era una notizia sui giornali? Per gli emergenti rappresentano una risorsa preziosa per diffondere la propria musica, ottenere visibilità su canali più mainstream, costruire una solida fan base. Negli altri paesi europei e negli Stati Uniti rappresentano davvero un trampolino di lancio per molti artisti. In Italia un po’ meno (vedi risposta numero 2). Nel nostro paese penso ai Cani, ai Power Francers che sono riusciti a capitalizzare le potenzialità della rete per ottenere una visibilità nazionale. Grazie davvero a Ignazio per tutto quello che ci ha raccontato. A te sono piaciuti gli Unmask? E cosa ne pensi della promozione della musica sui social? Facci sapere la tua opinione qui nei commenti!

reviewed by Sara Stella

Hamelin Prog: gli Unmask celebrano il quindicennale di "Teardrop"

Gli Unmask – Ignazio Iuppa (voce, piano, synth), Claudio Virgini (chitarre), Daniele Scarpaleggia (basso) e Dario Santini (batteria) – tornano in scena con un nuovo singolo a distanza di tre anni dal loro disco di esordio “Sophia Told Me”, album composto di 10 tracce inedite e caratterizzato da un’alternanza di sonorità rock/post progressive, psichedeliche e ambient. Il nuovo singolo della band romana è un omaggio all’indimenticabile successo dei Massive Attack. Nel 1998, presentando “Teardrop”, i britannici Massive Attack consegnarono alla storia della musica internazionale un brano destinato a diventare un classico del trip-hop e non solo. La straordinaria voce di Elizabeth Fraser e il particolarissimo videoclip diretto da Walter Stern segnarono l’immaginario collettivo degli anni ’90 dando vita a quello che è uno dei brani cult più amati e tuttora ascoltati. Nel 2013, in occasione del quindicennale dell’uscita gli Unmask decidono di rendere omaggio a “Teardrop” con una loro interpretazione che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche dei Massive Attack. Il brano è accompagnato da un videoclip ispirato dall’immagine di copertina del singolo del ‘98, il “Black Flower”, un fiore al quale è stata conferita la capacità di modificare la percezione di passato e presente della protagonista.

reviewed by Editor

Artists and bands: Unmask celebrano il quindicennale del brano "Teardrop" dei Massive Attack

Un omaggio della band romana all’indimenticabile successo dei Massive Attack. In uscita ad Aprile una nuova interpretazione del brano ed il videoclip. Il 27 aprile 1998, presentando Teardrop, i britannici Massive Attack consegnarono alla storia della musica internazionale un brano destinato a diventare un classico del trip-hop e non solo. La straordinaria voce di Elizabeth Fraser e il particolarissimo videoclip diretto da Walter Stern segneranno l’immaginario collettivo degli anni ’90 dando vita a quello che è uno dei brani cult più amati e tuttora ascoltati. Il 27 aprile 2013, in occasione del quindicennale dell’uscita di Teardrop, gli Unmask decidono di rendergli omaggio con una loro interpretazione che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche dei Massive Attack. Il brano sarà presentato con un videoclip ispirato dall’immagine di copertina del singolo del ‘98, il “black flower”, un fiore al quale è stata conferita la capacità di modificare la percezione di passato e presente della protagonista. Sul canale ufficiale della band “unmaskchannel” è possibile vedere in anteprima il teaser/trailer del videoclip di prossima uscita. Gli Unmask tornano in scena con un nuovo singolo a distanza di tre anni dal loro disco di esordio “Sophia Told Me”, album composto di 10 tracce inedite e caratterizzato da un’alternanza di sonorità rock/post progressive, psichedeliche e ambient. Il disco ha attirato l’attenzione di molte riviste e webzine italiane ed internazionali. Scelto da Jamyourself come secondo classificato tra gli album emergenti del 2010, “Sophia Told Me”, ha ricevuto apprezzamenti anche da Mescalina, Movimenti Prog, Metal.it, Rockrevolution, RockLab, Hard Sound, Prognaut ed è in rotazione su numerose emittenti radiofoniche di settore.

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Paesesera: "Teardrop", 15 anni di un classico riletto dai romani Unmask

Cosa resterà degli anni Novanta? Musicalmente parlando, una marea di movimenti, personaggi, episodi ed emozioni che hanno interessato e cambiato tutti noi. Nonostante le numerose storie, che di nome fanno grunge, brit-pop o trip-pop, quei classici evergreen capaci di rappresentare da soli un'epoca si contano sulle dita di una mano. E uno di questi è senz'altro il successo dei Massive Attack Teardrop, inclusa nell'album capolavoro Mezzanine. Era il 27 aprile 1998 quando la voce di Elisabeth Fraser, un video leggendario e un'ipnosi lunga 5 minuti e mezzo fecero capolino in radio e su Mtv, spostando non di poco l'asse della scena musicale. LA RILETTURA DI UN BRANO DI CULTO - Un'epifania così significativa da essere ora celebrata, in occasione dei 15 anni dall'uscita, anche a casa nostra. A rileggerla ci pensano gli Unmask, dotata formazione attiva da 6 anni nella scena underground romana e italiana. Dopo l'ottimo riscontro di pubblico e critica dell'esordio Sophia told me nel 2010, è ora il momento del ritorno sottoforma di omaggio ai Massive. Un'idea, che come gli stessi Unmask spiegano a Paese Sera, ha un significato tutto particolare: "Rileggere un pezzo così distante dal nostro genere si è rivelato un modo per 'riflettere' sul nostro stile e sul nostro modo di comporre musica. Non c’è dubbio che con Teardrop i Massive Attack consegnarono alla storia un brano destinato a segnare l’immaginario collettivo degli anni ’90. Tutto in quel pezzo lascia il segno: l’arpeggio di chitarra, la straordinaria voce della Fraser, quell’incedere sinuoso e deciso della base ritmica, per non parlare del videoclip diretto da Walter Stern. Un brano cult senza tempo". L'ICONA DEL BLACK FLOWER - Da queste considerazioni, l'idea della cover per i 15 anni: un'interpretazione che contamina di inedite influenze post-progressive le sonorità elettroniche di Del Naja & co. Ad accompagnare il brano, un videoclip (realizzato da Stefano Bagnoli e Tommaso Cassinis), ispirato proprio all’immagine-icona posta come copertina del singolo targato ‘98: il “black flower”, un fiore nero in grado di modificare la percezione di passato e presente della protagonista, interpretata da Francesca Veronica Sanzari, all’inseguimento di un petalo che porta con sé ricordi e persone passate. Un viaggio nel viaggio, che si intreccia con la biografia dei musicisti, come racconta Ignazio Iuppa, cantante degli Unmask: "Essendo stati 'consumatori seriali' di tutto quello che di interessante usciva nel periodo della nostra adolescenza, si può dire che i Massive Attack siano stati imprescindibili nella crescita musicale di ciascuno di noi. Per quanto mi riguarda, hanno rappresentato la porta d’ingresso per sonorità electro-ambient prima sconosciute. E anche se non in maniera diretta, nei momenti più ambient del nostro primo album si trovano approcci a là Massive Attack". VERSO IL NUOVO DISCO - A tal proposito, viene da chiedersi se l'operazione "Teardrop" sia il preludio a un nuovo disco: "I brani che comporrano il nostro prossimo lavoro sono quasi ultimati - racconta l'Unmask - ma siamo in cerca di qualcuno che possa aiutarci, anche economicamente, per la produzione e la lavorazione. Le priorità attuali sono comunque la promozione di cover, videoclip e date live a Roma e in Italia". Sul filo della nostalgia, e con un occhio fiducioso al futuro, si raccolgono intanto consensi per l'operazione "Teardrop" firmata Unmask e preannunciata in una clip visibile a questo link:http://www.youtube.com/watch?v=eGFEg-ZOq3U

Sophia Told Me su Mundorockheavy

Un trabajo rockero pero al mismo tiempo sumamente poético y etéreo es el que nos ofrecen estos italianos de Unmask, inspirados en el llamado post rock, el progresivo, el trip-hop, así como el rock alternativo de mediados de los noventas, lo que han realizado en esta placa si bien ya data de un par de años desde su lanzamiento en el 2010 recíen llega hasta nuestras manos para sorprendernos gratísimamente. En ellos advertirás un vocalista con un registro carismático y con suficiente fuerza para conmover en aquellos cortes más evocadores, como así también lograr encender la atmósfera en aquellas notas en que se requiere algo más que solo delicadeza. El tipo se llama Ignazio Iuppa, quien además se ha encargado del piano y de los sintetizadores en la grabación de este trabajo, en el cual además están presentes el guitarrista Claudio Virgini, el bajista Daniele Scarpaleggia y el batero Dario Santini. En lo personal esa combinación de sonidos electrónicos, con las guitarras más cadenciosas y envolventes que escucharás en temas soñadores como “Maybe Tomorrow” o en “New World” casi adquieren tonalidades pinkfloydianas, logrando un efecto de sicodelia rockera de gran belleza en sus puntos más álgidos. Aquellos cortes decididamente más duros como puede ser el inicial “All I Need” y el siguiente “Be Twin(s)” nos llevan por unos caminos algo más experimentales para lo que el estilo de Unmask supone, pero sin duda alguna que el trabajo de su guitarrista Claudio Virgini brilla a un nivel encomiable tratando de impregnar de atmósferas y sensaciones este ingenioso trabajo llamado “Sophia Told Me”. Especialmente recomendado para seguidores de bandas como Placebo, Mars Volta, Porcupine Tree, Anathema. Más detalles e info en https://www.facebook.com/Unmask y en http://www.unmask.it/ .

reviewed by Miguel Ramirez rating 8/10

Melodicamente: Il progressive degli Unmask è la perfetta evoluzione di più elementi

La musica è l’arte dei suoni, e in quanto arte viene praticata da tempo immemore, sin dai tempi dell’antica Grecia. All’antica Grecia affidiamo il significato di Sophia, che significa sapienza, e dal termine sapienza partiamo per parlare degli Unmask. Ciò che costa fatica e sudore ad una band è senza dubbio un album auto prodotto che vedrà le vette delle classifiche e colonizzerà le radio e i lettori di tutti solo grazie al grande sforzo e alla tenacia della stessa band. Per Aristotele la sapienza è l’unione di scienza e intelletto, e da questo semplice postulato noi possiamo immergerci in un viaggio infinito attraverso le varie definizioni della stessa parola, che attualmente, parlando di XXI secolo, potrebbe esprimersi come libertà di parola, libertà di pensiero e di espressione. Volendo abbandonare discorsi più grandi, partendo dalla parola sapienza, gli Unmask tornano a distanza di qualche anno per riproporre la loro fatica più grande, e per ripresentarsi al grande pubblico con la rivisitazione in chiave progressive del successo dei Massive Attack “Teardrop“, del 1998. “Sophia Told Me” è la partenza ma anche il ritorno della band, che, attraverso pochi giri di parole, con melodie pulite e scandite riesce a parlare di progressive rock senza scadere nel banale e nelle cose ormai viste e riviste. Il genere appartiene a tutt’altra epoca, ma questo ultimamente è relativo perché l’amore per un genere musicale e la quasi perfezione con la quale viene concepito va al di là di tutte le convenzioni temporali. Il progressive degli Unmask è come se fosse la perfetta evoluzione di più elementi fusi insieme, cresciuti e sbocciati, ma che portano vivi gli elementi tipici del genere come la durata dei pezzi superiore alla tradizionale traccia dei tre minuti, il continuo cambiamento dei tempi, delle tonalità, gli assoli che si alternano a intensi momenti musicali e la propensione a trasformare ogni brano in un’opera d’arte. La tracklist del disco è davvero ricca di sfumature, e progressive, ambient, piccoli momenti di hard rock e un po’ di psych convivono armonicamente per dare un risultato più unico che raro. Ovviamente si sta parlando di panorama emergente italiano, dunque non è un giudizio che ha valenza assoluta, ma nella categoria sembrano esprimere al meglio ciò che hanno da dire, dove falliscono miseramente altri.

reviewed by Carmen Pierri — rating 3.75/5

Loudvision: Luci accese sugli Unmask

Citano Beckett questi cinque ragazzi romani poco più che trent’enni, e la Sofia di greca (e poi therioniana) memoria, che è il filo conduttore di “Sophia Told Me”, il primo album degli Unmask. Ma, oltre a citazioni colte, la band di Ignazio Iuppa ha molto da offrire, consacrandosi come una delle promesse del nuovo prog rock italiano. Attivi già dal 2006, e con un EP uscito nel 2007, gli Unmask hanno ricevuto numerose recensioni positive e si sono fatti conoscere nei live club più importanti della capitale, come la Stazione della Birra e il Circolo degli Artisti. Nel 2010, sfornano il primo album, totalmente autoprodotto, e quindi nel più puro spirito della parola indipendente: “Sophia Told Me”. Registrato a Roma ai Temple Of The Noise, Snakes Studio e Blue Noise Studios e masterizzato a Londra, “Sophia Told Me” si presenta come un’ottima prova di prog metal che si dipana in 10 tracce, tutte collegate dal concept del viaggio interiore e del dialogo con la parte più intima del sé. Anticipata da un’intro che ricorda vagamente i Machine Head, il CD si apre con il primo singolo estratto, “Be Twins”, che, oltre a presentare un bel gioco di parole nel titolo (gemelli, ma anche “nel mezzo, persi nei tortuosi sentieri della mente”), prosegue poi con un tessuto melodico strutturato e arioso, sottolineato dalla bella voce limpida di Iuppa. “All I Need” rivela l’anima rock più dura degli Unmask, con riff pesanti e grintosi, che sintetizzano il conflitto interiore di cui parla il concept del CD. In “Voice of Hush”, l’atmosfera si fa sofferta e intensa, grazie all’arternarsi del piano e del synth iniziale, e alle sonorità che ricordano gli Opeth e il rock classico. Il pezzo, inoltre, risalta per la compattezza del muro sonoro creato da chitarre e batteria nella parte centrale, che incedono ossessivamente fino alla reprise delle linee vocali sofferte, per poi terminare con i suoni allucinati del synth dell’inizio, e la voce di Sophia che sussurra al vocalist. Una menzione particolare merita poi “Sleepless Night”, dove il conflitto interiore diventa lacerazione di un io tormentato, espresso dai ritmi martellanti che ricordano (in una bella versione live, disponibile sul sito di Rome Music Live) i Rage Against the Machine, e dalle chitarre distorte allo spasmo. In generale, quindi, questa band si presenta con un lavoro prodotto molto bene, dall’artwork accattivante e dall’idea di fondo interessante, se non proprio originale. La voce, limpida e nervosa, suona come un gradevole tributo ai Tool, che sembra serpeggiare lungo tutto il CD. Bravi Unmask!

reviewed by Arianna Pernigoni

The Empty Dream: - Sophia Told Me, 10 tracce frutto di un'accurata selezione dei suoni e delle melodie

Una delle cose più fastidiose dell'Underground è che gli album sfornati non hanno l'appellativo di "lavoro o progetto studiato" ma più che altro di "passatempo giusto perché non si ha nulla da fare". E così ti fai i giri per i grandi archivi di musica rock e metal e ti ritrovi con una montagna di band che in un paio d'anni ti gettano 2 o 3 CD. Ma il fattore "stranezza" sta nelle varie canzoni che nella maggior parte dei casi e registrata "giusto per riempire i minuti" e non per "essere fine ad un pensiero o ad uno studio". E così inizi a potare gli album come ulivi e scopri che la montagna di prima si è erosa drasticamente e che ormai rappresenta solo una collinetta. Gli Unmask per fortuna navigano contro corrente, anzi a dirla tutta si sente a naso che le 10 tracce che compongono "Sophia Told Me" sono tutt'altro che impastate a caso, ma frutto di una accurata selezione dei suoni e delle melodie. Per il loro primo album io sinceramente mi sarei aspettato una cosetta con una qualità del suono scabrosa e accidentale… Invece la registrazione è fatta da Dio e non si nota nemmeno un filino di "friggitrice", così mi piace chiamarla, frequente nel passato e frequente tutt'ora. Tutto questo per dire che finalmente qualcuno inizia a capire come investire bene i soldi. E menomale che si inizia a capire anche come investire bene la mente. Sì perché, come citato sopra, il lavoro che ne è uscito fuori è pressoché raffinato e caparbio. Le melodie sono elaborate e i ritornelli si lasciano spalmare nelle orecchie come la Nutella. Una particolare congratulazione la devo al tastierista/cantante della band… non tanto per lo strumento ma per la voce che la trovo molto arrangiabile in qualsiasi passo. Il punto forte di questa giovane band sta proprio nella dinamicità vocale che traccia in aria celestiali interpretazioni in mille forme diverse. I ritornelli ve li canticchierete per strada ma vi arrabbierete, perché queste sono canzoni da urlare a squarciagola e non da sussurrare. Di tanto in tanto affianco alla voce con forti radici Keeniane dal più lontano "Undertow" potremmo avere l'onore di ascoltare anche la brezza voce di una graziosa ragazza di nome a me sconosciuto. Questo dualismo è precisamente mostrato nella copertina dell'album: un uomo mascherato spalleggiato da un angelo (Sophie)… ed è proprio così: la voce femminile è inavvertita e ti salta addosso da dietro quando meno te lo aspetti e non sai quando verrà di nuovo. La loro formula è un brodo di Progressive Rock a tratti Tolliano e un Alternative Psichedelico con una pizzico di Dark molto Katatonico alla "Tonight's Decision". Sottolineo il fatto che il mixaggio è ben studiato, è difficile accorgersene, ma si fa larghissimo uso della "monofonia", non quelle della suoneria del vecchio cellulare ma quello che in fase di mixaggio vuol dire "spostare il suono da L a R e viceversa". Sono cose che con uno stereo o radio non si può notare, ma con un paio di cuffie diventa tutto più semplice. Ed è pure un'arma a doppio taglio perché se un mio amico mi chiedesse "Hey dammi una cuffia che voglio ascoltà!" io per forza di cose gli dovrei rispondere "No, mi MOZZI la canzone!". Ma me piace moltissimo questo effetto. Un ultimo accenno lo faccio ai vari strumenti che sono perfettamente in sintonia tra di loro e questo da all'ascoltatore un senso di equilibrio che pochi danno. Tutti utilizzati egregiamente senza diventare né "obbrobriosi" né "sciapi". In definitiva un ottimo debout con una buona qualità e fantasia. Forse l'unica pecca sta nell'aria: l'ascoltatore avrà sempre la figura seria ed educata del gruppo… Anche nei momenti più felici e rockettari come "Be Twin(S)", "All I Need" e "Forest Spirits" si percepisce il senso di freddezza e rigorosità nel suono. Per questi motivi prima gli ho addirittura definiti Dark come i Katatonia di adesso. Ma sono semplicemente piccole sfumature. Un ultimo desiderio è rivolto alla band che non dove buttarsi ad un nuovo album senza avere in mente idee nuove, non pensate di fare strada riproponendo sempre le stesse tematiche e suoni. Sperimentate e se avete la testa usatela.

reviewed by Redazione rating 8,5/10

Sea of Tranquility: An excellent debut album from one of the more exciting new bands I have had the pleasure of hearing

Italian band Unmask formed in 2006 and have played a few festivals before concentrating on making their first album Sophia Told Me which I now hold in my hands. The band line-up includes Ignazio Iuppa (vocals, synths), Claudio Virgini (guitar), Daniele Scarpaleggia (bass), Dario Santini (drums) and Alessandro Lopane (guitar, vocals).Upon my first listen of Sophia Told Me I have been rightly impressed. The band's mixture of alternative rock and prog has made for an exciting debut and the sound is fresh and vibrant. Occasionally the band slips into the progressive metal moniker but mostly this is heavy alternative rock with a progressive twist. This is also a concept album of sorts which also adds to the music's progressive nature. The protagonist of the story is 'Sophia' and the concept delves into her inner self. It is an intelligent idea, although I will not go into detail as I do not have the lyric sheet. Voice samples of 'Sophia' are sprinkled here and there. One of the strongest aspects of Unmask are the lead vocals of Iuppa; they are outstanding throughout the disc. He has a powerful voice which is both melodic and expressive. That said, the band builds its sound on the guitar playing of Lopane and Virgini. Heavy riffs inundate these ten songs and at times a psychedelic edge can be heard and while there are many powerful moments the band never loses its melodic edge. The album starts strong with the hard hitting "Be Twin(s)" showcasing excellent drumming and powerful riffs until the music slows with atmospheric guitar effects. The guitar solo has a definite psychedelic edge. The moody "Maybe Tomorrow" is a little mellower with background synths and layered guitar and the overdubbed vocals are spot on. With "Voice Of Hush" the band's progressive approach comes to the fore with layers of guitar creating varying soundscapes. In "All I Need (reprise)", the album's longest track, Iuppa sings with passionate conviction and the guitar playing is clean and precise, some of the best on the CD. Sophia Told Me is an excellent debut album from one of the more exciting new bands I have had the pleasure of hearing. It is an exhilarating listen that should appeal to many fans of progressive rock as well as those leaning towards a heavy alternative sound. Sophia Told Me comes highly recommended.

reviewed by Jon Neudorf rating 4/4

The Murder Inn:"Sophia Told Me" è un caleidoscopio di sonorità che passano dal progressive rock all'ambient

L'Italia spesso, musicalmente è il fanalino di coda semi-mondiale. Non siamo in grado di riconoscere il vero talento, incoraggiarlo e incrementare nuove formazioni. Ogni tanto però c'è un'eccezione; la nostra nello specifico nasce a Roma, nel 2006. Gli Unmask hanno da subito l'opportunità di farsi le ossa, suonando nei locali più importanti di Roma. Una botta di autostima che li porta – anche grazie al loro primo demo – tra i finalisti di un concorso musicale "The Undiscovered Band Contest". Finalmente l'esperienza accumulata e due anni dopo, permettono loro di sfornare il primo full-lenght. "Sophia Told Me" è un caleidoscopio di sonorità che passano dal progressive rock (di cui è composto per la maggior parte), all'ambient, fino a momenti melodici mai banali e decisamente gradevoli. Il disco si presenta come un concept; un viaggio introspettivo, dove la guida suprema è "Sophia" (si è la "sofia" di Socrate), detentrice della sapienza e della conoscenza. L'album si apre con "Be Twin(s)", brano incredibilmente travolgente; la combo di riff stoppati, cambi di tonalità e ritornello accattivante ne hanno fatto la giusta traccia per il loro videoclip (quest'ultimo è un il classico pelo nell'uovo…insomma, si poteva fare di meglio). Sulla stessa scia troviamo le malinconiche "Maybe Tomorrow" e "All I Need"; a chiudere il quartetto di highlight "Within My Soul", dove musica e voce, sembrano essere un tributo ai Tool, alle meravigliose acrobazie vocali di Maynard Keenan, riprodotte con modestia ma altrettanta bravura dal cantante Ignazio Iuppa. Ciò che mi piace degli Unmask è l'onestà dei loro brani, mai troppi complessi, mai troppo easy-listening; nonostante l'accostamento a gruppi quali i succitati Tool e i Porcupine Tree, i nostri, riescono comunque a mantenere una linea molto personale, - cosa peraltro difficile considerando che questo è il loro primo disco – priva di scimmiottamenti di alcun genere. Ovviamente promuovo i capitolini a pieni voti, con l'augurio e la speranza di tornare ad ascoltare la loro splendida musica. Per una volta mi sento di consigliare "Sophia Told Me" un po' a tutti, cultori e non del prog rock, chissà che qualcuno si appassioni e altri tolgano il paraocchi…!

reviewed by BloodyMarha rating 8/10

L'Isola che non c'era: Sophia told me è un album cui prestare realmente attenzione: vanno apprezzate le soluzioni degli arrangiamenti, i passaggi ritmici, le armonizzazioni

Partono le prime note di Be twin(s) e subito la parola prog-metal si affaccia in modo evidente nella mente dell’ascoltatore: già, perché quel suono di chitarre, quei cambi di tempo, quei tappeti di tastiere rappresentano un trademark assolutamente riconoscibile, anche per i “non-strettamente-osservanti”. Che poi, in effetti, l’ascolto di un album come quello degli Unmask, rispetto ad un lavoro rock di tipo più tradizionale, più che particolari conoscenze tecniche richiede solo una maggiore attenzione. È un po’ come tornare al vecchio 33 giri, che non potevi “mandare avanti”, o alla musicassetta, che per premere il tasto “ff/ww” ti dovevi alzare per forza, perché il telecomando non c’era… Allora sì che ci si poteva ritagliare davvero il tempo per “ascoltare” davvero un disco: non si trattava di “sentirlo” e basta, di tenerlo come sottofondo. Ecco, Sophia told me è un album cui prestare realmente attenzione: vanno apprezzate le soluzioni degli arrangiamenti, i passaggi ritmici, le armonizzazioni. Bisogna assumerlo con una certa dose di lentezza, perché i suoni sono lontani, lontanissimi, dalle soluzioni pop più orecchiabili. E questo è, sinceramente, un bene, perché non si scade mai nel banale, nel già sentito, nel “facile da fischiettare”. Nonostante ciò, occorre dire che non risulta affatto un album “complicato” o particolarmente macchinoso: i brani si differenziano fra loro, ma nell’insieme siamo di fronte ad un lavoro coerente, in cui sicuramente le chitarre, soprattutto quelle ritmiche, hanno un ruolo di primo piano. Va in ogni caso sottolineato anche il gran lavoro di basso e batteria, che soprattutto in alcuni brani tengono figurativamente in pugno lo sviluppo del pezzo, grazie ad un notevole interplay. Più oscuro il ruolo delle tastiere, che agiscono spesso sotto traccia, facendo quasi da “collante”, ma senza esporsi troppo. Interessante, fra l’altro, il fatto che ogni tanto, quasi a sorpresa, le chitarre assumano toni più “acidi”, non più tanto prog, quanto maggiormente vicini ad una certa psichedelia, con suoni più “visionari”, aerei, densi di riverbero, quasi pinkfloydiani, se si ascolta, ad esempio, l’intro di Sleepless night, brano che, dopo pochissimo, scivola con assoluta tranquillità verso sonorità più metal, in un’alternanza espressiva molto affascinante. Bel lavoro davvero, molto creativo e di grande contenuto. Un viaggio sonoro decisamente attraente.

reviewed by Andrea Romeo

SoundSense Online: Be Twin(s) pulsing guitar riffs putting the listener in mind of popular North American modern-rock bands

The debut album from Italian rockers Unmask, Sophia Told Me is home to a progressively inclined collection of tracks, merging both classic and modern rock influences. The ghostly female voice scattered throughout the album helps give a unique and ethereal cohesion to proceedings, however the failure to impose such a stark distinctiveness on a track-by-track basis, means the overall result is a solid but unspectacular one. There are certainly decent moments hidden away within the overly progressive shell of the album's more unmemorable tracks; the intro of opener Be Twin(s) for example, its pulsing guitar riffs putting the listener in mind of popular North American modern-rock bands such as Breaking Benjamin and the like. The track would be a good way to get things underway if it stopped after three minutes, but by the time it reaches its conclusion in double that time, matters have become disjointed and rather forgettable with too many undeveloped ideas thrown into the mix. Within My Soul is another that struggles; this time the promising Eastern influenced beginning getting lost amidst a flurry of guitar solos. New World shines in the vocal stakes, but is in desperate need of a spark. Nevertheless, when the band's considerable strengths do come together, Unmask reveal themselves as a band more than capable of stepping up. Maybe Tomorrow and Forest Spirits retain the progressive nature, but hook the listener in a way similarly structured tracks on the album fail to. Voice of Hush is another progressive effort and makes use of some superbly implemented guitar effects reminiscent of Overgrown Eden era Inme. Bringing to mind Her Mask (P.A.), the song fades almost to its death before bursting back with a vigour far greater than it had previously shown. Sleepless Night meanwhile, incorporates well implemented female vocals and sees a real sense of urgent madness creeping in as the song nears its end. "Night! Sleepless night! Night! Sleepless night!" All I Need is arguably the album's best offering and certainly the most marketable, the greater structural consistency giving it a far more familiar edge and subsequently a more obvious draw for the listener to come back. The superbly aggressive drum-work and equally impressive guitar solos combine effectively with singer Ignazio Iuppa's powerful vocal delivery. Indeed, the vocals are the standout element of the album as a whole, with Iuppa adding a grandiose feel to proceedings that doesn't falter even on the weaker tracks. It is perhaps on the suitably haunting All I Need reprise that he is at his most majestic however, perfectly rounding off the album with minimal musical accompaniment. It leaves one wondering if this more modest song composition might have served the band better than the often complex tracks preceding it. Final Verdict There is much to like about Unmask's debut release; the unique atmosphere created in part by the haunting female interludes for example. What it has in style however, it too often lacks in substance, and despite the strong instrumental performances and magnificent vocals of the band's lead-man, the end result is simply too forgettable. Sophia Told Me demonstrates potential, but disappointing, over-elaborate songwriting holds it back from achieving what the better elements suggest it could have. Still, anyone looking for rock music with a greater sense of atmosphere would be well advised to take an interest.

reviewed by Editor Rating 7/10

The Klepto's Guide: Sophia Told Me is a very European-style progressive release combining heavy metal with symphonic

I was going to combine this Weekly Dose of Prog, but Unmask really isn't progressive enough for me to be included in my weekly segment (or at least not as much as I'd like). It still has progressive tendencies, more-so then any other genre, but they are kind of weakly distributed throughout. Making sure I wasn't completely off-base, I looked up some other reviews of Sophia Told Me that are out there on the web, and most of them call the album neo-prog, new-prog, or alternative progressive, which is about what I'm getting from it all. while the terms neo-prog and new-prog are thrown around sometimes, there hasn't been an agreed upon style or set way that bands fall into these categories, thus I'm only worried about the alternative progressive label, because it's what I feel best grabs the band. When the group first sent me an email about Sophia Told Me, with a link to some of their music, I initially compared them to an Operation: Mindcrime-era of Queensrÿche. After receiving and finishing the album, I still have to stand by that initial claim, partially because of the style of the album, but mostly because I keep getting flashbacks to the more melodic Queensrÿche songs, especially when there is more than just one vocalist (with the female within "Sleepless Night" being a particular care for this). I'm not directly comparing the two albums, Operation: Mindcrime and Sophia Told Me, but there are similarities within the music that you can't avoid. Sophia Told Me really walks upon the line between metal and rock; I'm going to include it in the metal category, both here and in my collection, but there are several points when the heaviness of the music lets up and a semi-symphonic tune carries over. These sections are hauntingly beautiful, and musically entertaining, but it's not what I'd call metal. Long-time readers of The Guide know I listen to a lot more them metal, so this isn't truly a gripe, it's just that I was expecting a progressive metal album, and the back and forth between progressive metal and alternative rock is a bit disjointing as a listener. Unmask has potential, and this a solid debut effort, but I would really like to see more in any following release. Sophia Told Me is a very European-style progressive release (which is good, seeing as they are from Italy), combining heavy metal with symphonic - two very popular styles over there (as I'm told). It's not going to be one of my favorites of the year, but I will listen again, as every review I read has made mention that the album grows on you. We'll see what the future holds for Unmask, and my taste of Sophia Told Me.

reviewed by Editor

Undergroundzine: Unmask, suoni curati, batterie pompate e voce possente

La musica Progressive nel tempo è sempre stata soggetta a grandi esempi di revival, più o meno in tutti i paesi del mondo e spesso, attraverso forme di natura assai differente. Questi italiani Unmask ad esempio tentano la via del Prog in chiave ‘heavy’, con sfumature particolari e non troppo legate a agli stilemi del moderno Prog Metal. Una prova di quanto detto può benissimo essere la stupenda ‘Voice of Hush’, a metà strada fra il gelo di ‘Rage for order’ e un modus operandi alla Threshold, anche se sono impressioni strettamente personali, visto che il genere suggerisce svariati tipi di influenze. ‘Be Twin(s) ‘ ad esempio sfrutta il lato più heavy del combo: suoni curati, batterie pompate e voce possente. Atmosfere che rimandano quasi ad un paesaggio surreale, sempre debitore di certo prog teatrale (Queensryche, ma anche Fates Warning) e melodico, più basato sulla qualità delll’impatto emotivo che sulla mera tecnica strumentale. Cè da dire che la personalità del progetto potrebbe aumentare ulteriormente visto le già buone capacità presenti in questo lavoro, veramente degno di nota per i fan del metal più elaborato e progressista.

reviewed by Cristiano Poli rating 80/100

Prognaut: Unmask has left their mark as an important part of the newer Italian progressive rock genre

Unmask is a brand new modern alternative sounding progressive rock band, hailing from Italy where they began in 2006. After years of demos and club dates they released their debut album in 2010, Sophia Told Me. For this album, the band consisted of Ignazio Iuppa (lead vocals, keyboards), Claudio Virgini & Alessandro Lopane (guitars), Daniele Scarpaleggia (bass) and Dario Santini (drums). I was contacted by Ignazio and by October 2010 I had the CD in my hands. The music didn’t click with me right away but as months passed it finally hit. To add to their sound is an element of gothic rock. While not part of the retro or neo-prog bands, I feel Unmask has left their mark as an important part of the newer Italian progressive rock genre. From the opening hard hitting track “Be Twin(S)” (5:48) to the closing track “All I Need (Reprise)” (9:37), they show that they can captivate the listener all the way through. To me this is as perfect of a hard rocking progressive album as they come in 2010. If you enjoy the more accessible side of progressive rock music, then I would highly recommend Unmask and it’s debut Sophia Told Me.

reviewed by Ron Fuchs

The Rock Blog: “Sophia Told Me” è un lavoro che ha tutto e sapere che è stato fatto da una band italiana lo rende ancora più piacevole

Prendete una buona dose di rock e progressive, aggiungete un pizzico di psychedelic e mischiate un’atmosfera ambient. Dopodichè impastate il tutto a suon di Dream Theater e Tool e mettete lo stereo a volume 10: ecco a voi gli Unmask. “Sophia Told Me”, probabilmente non vi dirà nulla ma, dopo aver ascoltato questo album di debutto della band romana, cambierete idea. E si perchè qui si è scoperto un nuovo talento di estrazione nostrana, cosa che di questi tempi è come trovare un ago nel pagliaio. Non si tratta semplicemente di musica, non si tratta semplicemente di ascoltare 10 brani racchiusi in 50 minuti: qui ci troviamo di fronte ad un vero e proprio viaggio con destinazione da scoprire. “Be Twin(S)” ci da la scossa per iniziare il cammino proponendo un brano ispirato in pieno stile Tool, quasi uscisse da “Undertown”. La malinconica forse domani (“Maybe Tomorrow”) ci coccola ancora con un sound alternative e precede “All I Need”, il primo singolo estratto che presenta un tono energico improntato più sul progressive. “Within My Soul” ha grosse influenze Tooliane periodo “Lateralus” e di certo non pecca in termini di qualità, anzi… La voce di Ignazio Iuppa trasmette malinconia nei passi di “New World”, provocando il definitivo straniamento con la successiva “Voice Of Hush” dove rabbia, tristezza e speranza sanno alternarsi alla perfezione. “Sleepless Night” è il nostro episodio preferito: bellissima l’idea di supportare la voce maschile con una femminile che ha saputo valorizzare una grande canzone di stampo progressive. L’intro “Walking” ha il compito di avviarci verso la fine del nostro viaggio dove incontriamo l’inedita “Forest Spirits” e una rivisitazione di “All I Need”. La prima è semplicemente un altro punto forte del disco mentre la seconda sa cullarci con la sua melodia dolce e ricercata. Commento: “Sophia Told Me” è un lavoro che ha tutto (incisività, psichedelia, sentimento…) e sapere che è stato fatto da una band italiana lo rende ancora più piacevole. Congratulazioni Unmask, ora non perdetevi e continuate su questa strada.

reviewed by Editor rating 9/10

Stereo Invaders: Gli Unmask si ispirano ai grandi del progressive rock come i Rush e i Porcupine Tree

Primo vero album in studio per gli Unmask, band romana attiva dal 2006 che fonde progressive rock e sonorità metal all’uso dell’elettronica e della musica psichedelica. "Sophia Told Me" è il risultato di quattro anni di lavoro, oltre che del primo demo con cui hanno promosso, nel 2007, alcuni brani raccolti in questo album e che sono valsi loro ottime recensioni e titoli in importanti webzines nordamericane e del Nord Europa. Attivi soprattutto nei locali della capitale, hanno vuto opportunità di farsi conoscere anche all’estero, tanto che il missaggio di Sophia told me è stato affidato agli studi di Nick Watson a Londra. Con questo loro primo album, gli Unmask cercano di uscire dallo scenario capitolino e, in generale, del Centro-Sud (hanno all’attivo concerti in Puglia e Campania), per conquistarsi, come hanno saputo fare a Roma, una fetta più ampia di pubblico. Cercano di ottenere questo effetto ispirandosi ai grandi del progressive rock come i Rush e i Porcupine Tree, tanto che la prima track, "Be Twin(s)", è un rimando alla band inglese e al loro capolavoro "In Absentia", specie nella prova vocale del cantante, che dà prova di una notevole estensione. Progressive, ma con sonorità metal, è anche la chitarra, che, nell’intermezzo solistico, si ispira palesemente alla bellissima suite "Anesthetize" dei Porcupine. Il secondo pezzo, "Maybe Tomorrow", presenta un attacco di chitarra in voice over che poi si palesa e cresce sempre di più fino a un esplosivo assolo centrale: qui il rimando è ancora ai Porcupine (all’inizio il sound è vicino a "Collapse Into The Light"), ma i toni ora si fanno più ambient e la voce si incupisce, nel prefetto stile progressive, in cui le prove strumentali hanno il sopravvento, tanto che l’ormai preponderante chitarra guarda più agli ultimi Rush di "Snakes And Arrows". La terza track, "All I Need", è la migliore dell’album per capacità sonore e di sperimentazione: si parte con uno spettacolare attacco di basso che si evolve in un sound più hard/metal che progressive, in cui chitarra e batteria la fanno da padrone contraltando con la stentorea voce del cantante. Ora lo stile è più vicino ai Dream Theater e ai riffs di Petrucci che a quello dei Porcupine Tree e dei Rush. Già dal pezzo successivo, "Within My Soul", però, si rientra nell’alveo del progressive, con un gorgheggio vocale arabeggiante e un attacco elettronico nello stile dei Rush di "Limelight". La chitarra ha, sicuramente, ancora un’impronta metal, tanto che, nell’assolo finale, il sound ricorda i migliori Petrucci e Satriani, ma ciò che rende il brano progressive è l’uso, per la prima volta nell’album, della voice over femminile, che sarà una costante di tutto il prosieguo dell’album. Il quinto pezzo, "New World", si apre con una chitarra tenuta volutamente bassa con l’ausilio dell’elettronica, con un palese ricordo della bellissima "Russia On Ice" dei Porcupine Tree. Ora è l’elettronica a prendere il sopravvento e a conferire una maggiore estensione alla voce, addirittura sfruttando un effetto eco da paura! Il ritmo del pezzo, però, non si sofferma sulla ricerca musicale ma assume un tono quasi romantico e ballabile che fa perdere leggermente smalto alla band, nonostante una buona prova alla chitarra che ricorda un altro gruppo significativo del progressive attuale, i Firebird, nati da una costola dei Porcupine. La sesta track, "Voice Of Hush", parte con un tocco elettronico nello stile dei Rush di "Moving Pictures" che conferisce, insieme alla batteria un tocco misterioso e di ricerca ma, nello stesso tempo, ballabile. La batteria in crescendo ricorda non solo i Porcupine Tree ("Juppiter Island"), ma anche i Firebird (l’intero album "Deluxe"), mentre il riff di chitarra è più vicino ai Dream Theater. "Sleepless Night", il settimo pezzo, è interessante in quanto vi confluiscono tutti gli spunti stilistici fin qui sperimentati. L’inizio è affidato a una musichetta in stile anni ’20 registrata probabilmente su un vecchio grammofono, che si sovrappone al vocio delle persone che camminano per strada: un trionfo dell’elettronica! L’attacco di chitarra è repentino e potentissimo e ricorda i Porcupine di "Strip The Soul", per poi evolversi verso il progressive metal dei Firebird e, infine, verso lo stile dei Dream Theater di "Wither". Nel brano c’è da registrare anche un’ottima prestazione al basso, mentre le voice over femminili fanno il verso a Dolores O’Riordan e ai suoi mitici Cranberries. La parte finale è interamente affidata a uno spettacolare assolo metal di chitarra in crescendo che ricorda Marty Friedman e Jason Becker. Dopo l’intermezzo elettronico di "Walking", "Forest Spirits" offre pochi spunti se non un rimando, nella chitarra, ad "Andalusia" di Satriani. L’album si chiude nel perfetto stile psichedelico della rivisitazione acustico – elettronica di "All I Need": il pezzo si apre con tocchi di synth che rievocano gli ultimi Depeche Mode (soprattutto l’album "Ultra"), ma nel prosieguo lo stile si rivela più sperimentale rispetto all’originale, nonostante una buona prova di chitarra in stile progressive. Il finale, dopo un intermezzo di silenzio di alcuni minuti, è affidato alla voice over femminile, la Sophia del titolo, che rivela la morale dell’album. Musicisti autentici, i cinque ragazzi romani hanno saputo mettere in pratica un progetto che mescoli differenti generi rock, talvolta anche difficilmente conciliabili, come il progressive e l’hard rock, mostrando capacità non solo virtuosistiche ma anche strumentali e vocali. Inoltre, altro punto di forza dell’album, è l’utilizzo di un concept filosofico, un filo logico che leghi i pezzi: è Sophia, la saggezza della cultura greco – romana, voce dell’anima che si rivela attraverso parole e musica e che si manifesta attraverso le voices over femminili che, nei pezzi più onirici, forniscono una valida traccia interpretativa Nonostante questa forte valenza culturale, il punto debole degli Unmask è sicuramente il cadere nel ballabile e nel romantico: è il loro primo album e una piccola caduta ci può stare, l’importante è non perseverare. Comunque "Sophia Told Me" è un buon inizio! Avanti così!

reviewed by Steve rating 6,5/10

Metal.it: gli Unmask arrivano a solcare territori analoghi a quelli già esplorati dalle “nuove” tendenze di art-rock alternativo (dai Tool ai Muse, passando per Porcupine Tree, Opeth, OSI e Riverside).

A volte perde il filo e di tanto in tanto si ripete un po’, ma è innegabile che la dissertazione musicale profferta dai romani Unmask, all’esordio autoprodotto sulla lunga distanza, eserciti un notevole potere di suggestione Forte di un affascinante e ambizioso canovaccio lirico dove Sophia rappresenta la personificazione della consapevolezza di sé e della conoscenza e diventa l’interlocutrice di un sofferto ed enigmatico dialogo interiore, il quartetto affida a “Sophia told me” tutta la sua passione per il suono progressivo ad ampio spettro, sintetizzando con buona proprietà di linguaggio la tradizione del genere, il “new prog” britannico di IQ e Pendragon e un pizzico della scuola metallica americana (Queensryche, Dream Theater, Fates Warning …), arrivando, così, come ogni band attenta anche al suo “presente”, a solcare territori analoghi a quelli già esplorati dalle “nuove” tendenze di art-rock alternativo (dai Tool ai Muse, passando per Porcupine Tree, Opeth, OSI e Riverside). Anche se per il momento mancano ancora la forza e il coraggio per superare risolutamente modelli così autorevoli, sono già evidenti fin da ora quelle caratteristiche necessarie a tentarne perlomeno un comunque gratificante accostamento: oltre alle immancabili dotazioni tecniche, la malinconia catartica, l’inquietudine, la sensibilità e il vigore indispensabili per sondare l’animo umano nel profondo, penetrandolo e carezzandolo con strutture sonore in continua fluttuazione tra impeto, blandizia, introspezione e tensione. Come anticipato, l’entusiasmo e l’effetto empatico vengono diluiti da una forma, presumibilmente “giovanile”, di reiterazione e di vaga prolissità, eppure la vocazione visionaria di brani come “Be twin(s)”, “Maybe tomorrow” (ispirata all’opera “Aspettando Godot” di Samuel Beckett e caratterizzata da preziose scorie new-wave), “Within my soul”, “Voice of hush” (pregevole il tocco ambient incastonato in una struttura che potrebbe piacere a Peter Nicholls) e “Sleepless night” (un pezzo eccellente, dotato di notevole espressività ed efficacia) non può essere trascurata, e non riesce ad essere offuscata nemmeno da una sensazione complessiva di modesta caratterizzazione, abbastanza normale per un gruppo agli esordi e con una personalità in fase di definizione e fortificazione. Scrematura e focalizzazione (e, forse, pure una pronuncia inglese leggermente più precisa), a mio modo di vedere, dovranno essere i mezzi attraverso cui il brillante ensemble capitolino potrà passare dallo status di “bella speranza” a “concreta realtà” della scena prog-alternative internazionale.

reviewed by Marco Aimasso rating 7,5/10

"Sophia Told Me" 2° classificato tra i migliori album emergenti del 2010 secondo Jam Your Self

"Sophia Told Me" si è classificato in 2° posizione tra i migliori album emergenti del 2010 secondo il Social Network per Band Emergenti JamYourself. Le classifiche di JamYourself Il 2010 è terminato e quella che ci apprestiamo a pubblicare è la nostra classifica di fine anno, comune a tanti siti musicali. La nostra sarà una doppia TOP 3, una riservata agli emergenti e una alle normali uscite discografiche. Gli album presi in esame sono soltanto quelli pubblicati nel 2010: purtroppo ci rendiamo conto che alcuni gruppi emergenti non sono stati ancora recensiti, ma i cd che ci arrivano sono realmente tanti e stare dietro agli arrivi e ai tempi di redazione non è assolutamente una cosa semplice. Ci scusiamo quindi con chi non ha avuto modo, indiretto, di partecipare a questa nostra classifica. TOP 3 album emergenti: 1. Francesco Morello - Incanto 2. Unmask - Sophia told me 3. Violassenzio - Andrà tutto bene... TOP 3 album: 1. Shining - Blackjazz 2. Underworld - Barking 3. Anathema - We are here because we are here

reviewed by Editor

Music Attitude: Gli Unmask hanno individuato un cammino stilistico innovativo, progressivo, originale e ricco di spunti interessanti e intelligenti.

Romani (anche se non tutti di nascita), giovani (classe 1982, 1983 e 1986) e con tanta voglia di stupire: questi sono gli Unmask. Il loro debutto, “Sophia Told Me”, è un disco di neo-progressive rock con qualche influenza alternative, un connubio di atmosfere, melodie e passaggi diretti e graffianti all’impronta del groove. I repentini cambi di atmosfera che si riscontrano anche all’interno dello stesso brano palesano le ampie coordinate stilistiche della band: sin dall’opener “Be Twin(s)” (una prestazione a dir poco eccellente), l’ascoltatore attento sa che andrà incontro a una proposta musicale varia e ben studiata, con un’ottima autoconsapevolezza. Nei momenti più introspettivi, come in “Maybe Tomorrow”, gli Unmask mi ricordano i Sylvan, una band bavarese a me molto cara ma purtroppo sconosciuta a molti. Le chitarre alternano sapientemente arpeggi onirici e riflessivi a riff solidi e ben strutturati; la voce di Ignazio Iuppa, sebbene non vari molto tra i registri vocali, è gradevole e si fa distinguere anche per un’accettabile pronuncia dell’inglese; qua e là appare qualche synth ad arricchire la proposta, come in “Voice Of Hush”, brano che parte all’insegna dell’ambient di stampo Kevin Moore e si risolve in un contesto neoprogressive che porta alla mente gli IQ, altra band di cui si sente parlare purtroppo raramente. Belle anche le scelte armoniche di “Sleepless Night” e carina l’idea strumentale appena abbozzata in “Walking”. Gli Unmask hanno individuato un cammino stilistico innovativo, progressivo, originale, cupo, malinconico, e ricco di spunti interessanti e intelligenti. Dovreste dare qualche ascolto a questo disco intrigante perché contiene musica con personalità. Bravi!

reviewed by Manuel rating 8/10

7ottobre: agli Unmask il plauso per aver fatto una scelta di campo coraggiosa in tempi che celebrano canzonette usa e getta.

Scelta di campo per gli Unmask, gruppo di belle speranze nato a Roma nel 2006. Cambiate le regole per la fruizione della musica, che da arte da ricercare si è trasfigurata in business braccante, i ragazzi entrano in sala d’incisione con atteggiamento visionario e passionale. A beneficiarne è l'ispirazione confluita nel debut album Sophia Told Me, autoproduzione istintiva e affrancata da vincoli contrattuali che dona massima indipendenza alle idee partorite. Dieci componimenti di rock progressivo, bagliori di heavy metal e tracce di psichedelia. Nessuna rivoluzione in vista ma tanta determinazione in un concept che manifesta il dialogo interiore tra l’io narrante e l’alter ego Sophia. Cambi di ritmo, tecnica in rilievo (mai ostentata) e melodie mature si adagiano su incisioni ben curate in studio di registrazione. In quella terra di mezzo che il prog rappresenta, All I Need è il pezzo dalla ritmica incessante che verte al metal evidenziando il vulcanico drumming di Dario Santini; Within My Soul offre a Ignazio Iuppa l’occasione per esibire le doti vocali. Alla chitarra di Claudio Virgini competono gli efficaci a sólo e alle robuste linee di basso di Daniele Scarpaleggia va il compito di convogliare vuoti e pieni. Da menzionare anche gli episodi morbidi del disco come la rock ballad New World e la notturna Sleepless Night. Scegliere di debuttare con un album che non può incontrare il facile favore delle masse non è da tutti. Agli Unmask il merito di aver coltivato la propria passione e di aver creduto nelle proprie potenzialità, ma soprattutto il plauso per aver fatto una scelta di campo coraggiosa in tempi che celebrano canzonette usa e getta.

reviewed by Francesco Santoro

Movimenti Prog: gli Unmask vanno dritti e puntano tutto sulla combinazione melodia suadente-ritmo aggressivo

Tra metal, dark e accenni prog, il debutto della band romana. Dopo il primo assestamento della band nel 2006 e il demo del 2007, i capitolini Unmask giungono al sospirato album d'esordio con le idee ben chiare: proporre un alternative-prog moderno, che guardi al metal, al dark e all'art-rock, e che soprattutto sia credibile e ispirato. Per non farsi mancare niente, i ragazzi hanno anche pensato all'impianto concept: "Sophia told me" infatti è un percorso di conoscenza, dunque di sofferenza, sacrificio e scoperta. I più attenti scrutatori del prog italiano avranno colto nelle atmosfere oscure, teatrali ed eclettiche dell'album qualcosa di già ascoltato negli Edera: a differenza della disciolta band lombarda, che aveva un gusto tutto decadente e morboso, gli Unmask vanno dritti e puntano tutto sulla combinazione melodia suadente-ritmo aggressivo. Ne sono ottimo emblema alcuni brani come "Be twins", "Within my soul" e "Forest spirits", aperti a saggie deviazioni psichedeliche o acustiche, o la più criptica "Sleepless night", in odore di Tool. Il riferimento melodico del metal d'arte alla Fates Warning/Queensryche emerge da "All I need" e "Voice of hush", l'episodio più grintoso dell'album, nè mancano elementi dal sapore new wave ("Maybe tomorrow"). Un bel debutto per il quartetto, che però deve fare un significativo passo in avanti: cercare e trovare la propria personalità, visto che le capacità ci sono tutte.

reviewed by Donato Zoppo rating 7/10

Sonofmarketing: Decisamente il miglior esordio italiano di quest'anno.

Altro gruppo italiano che si cimenta con l’alternative, in particolare col progressive. Tra l’altro è un disco concettuale ed è una sorta di dialogo col proprio io, rappresentato da Sophia. All I need la migliore canzone del disco.Decisamente il miglior esordio italiano di quest’anno. .

reviewed by Nicola sonofmarketing rating 7,5

Mescalina: Sophia Told Me è un lavoro dal suono potente e ben curato, che ha già una sua presenza 'scenica' su disco

Dietro una copertina di blakiana memoria si cela l’esordio discografico degli Unmask, formazione romana che ha alle spalle una significativa esperienza live. ´Sophia told me´, cantato interamente in inglese, fonde il prog-rock e l’andamento narrativo dei Dream Theater con le chitarre potenti e cristalline del metal di annata (´Fear of the dark´ degli Iron Maiden, tanto per intenderci). Manca solo un marchio di fabbrica tipicamente Unmask, destinato però ad arrivare con l’esperienza. Il risultato è un lavoro dal suono potente e ben curato, che ha già una sua presenza ´scenica´ su disco. Gli intrecci vocali poi non sono meri virtuosismi (´Voice of hush´) e gli arrangiamenti sono tali che il ritornello arrivi proprio al momento giusto, con cadenza da ballata coleridgiana. I richiami all’immaginario del Romanticismo inglese non sono casuali, e vanno ben al di lì della pur indovinata immagine di copertina. Fil rouge tra i brani è, infatti, il dialogo tra Sophia (incarnazione dell’ ´Io´) e l’essere umano, un viaggio nei meandri dell’anima oltre le porte della percezione, come per l’antico marinaio nella poesia di Coleridge appunto. Infine è da sottolineare la cura nella sequenza della tracklist, dimostrato anche dalla doppia presenza di ´All I need´ ( in chiusura c’è la reprise), brano in cui il cantante Ignazio Iuppa mette pienamente in risalto le proprie doti vocali. Insomma un ottimo inizio, si spera il primo capitolo di una lunga saga.

reviewed by Arianna Marsico

Rock Impressions: Unmask una promessa a cui guardare con grande attenzione

Insieme dal 2006 ecco finalmente l’agognato debut album per i capitolini Unmask, che si sono fatti notare in questi anni per delle esibizioni molto curate e ricche di coreografie. Il genere suonato dalla band è un prog metal post moderno che si pone a metà strada fra i Fates Warning e i Porcupine Tree, senza assomigliare a nessuno dei due. Sophia Told Me è un concept album che si rivolge all’ascoltatore, Sophia è la personificazione della conoscenza e questa guida verso un cammino interiore di ricerca di sé. Ecco allora che il metal si tinge di progressioni psichedeliche, talvolta ai limiti dell’ambient, poi diventa concentrico e avvolgente, accarezza e talvota graffia pur di suscitare emozioni in chi intraprende questo cammino. Le strutture musicali sono abbastanza complesse e se si pensa che si tratta di un disco di debutto autoprodotto, il tutto acquista un valore aggiuntivo notevole, perché l’impegno compositivo premia brano dopo brano e fa degli Unmask una promessa a cui guardare con grande attenzione. Abbiamo sempre sostenuto con convinzione e passione i gruppi underground italiani, perché fintanto che ci sono gruppi come questi Unmask, troveremo ancora artisti dalle grandi idee e dalla ampie visioni, magari con pochi mezzi, ma con un cuore immenso.

reviewed by GB

Extra! Music Magazine: Be Twin(s) come una palla omogenea di suoni graffianti che lanciata in alto squarcia l’aria attirando l’attenzione di chi sta per ricevere una scarica di adrenalina da lì a poco

Mi è già capitato in passato di parlare degli Unmask e d’intervistare anche un componente del gruppo, il chitarrista Claudio Virgini. Non so se per destino o cos’altro, ma mi ci ritrovo in molte occasioni a parlare di loro, delle loro “maschere” e delle loro complete e ingegnose produzioni musicali. Gli Unmask nascono nel novembre di quattro anni fa e, dopo vari studi e sperimentazioni musicali, sono giunti, oggi, alla realizzazione del loro debut- album, autoprodotto, dal titolo “Sophia Told Me”. Un viaggio attraverso le sonorità rock/progressive/ambient che gli Unmask fanno sulla strada del loro lavoro, accompagnati dalla loro donna, Sophia, la coscienza, che guida l’uomo del disco in un confronto con il proprio io. Già dalla prima track dell’album, ”Be Twin(s)”, che è il brano di lancio del disco, il suono risulta molto più pulito, i loro strumenti più sicuri e l’atmosfera sonora che riescono a regalare, molto più amalgamata ed armonica. Come una palla omogenea di suoni graffianti che lanciata in alto squarcia l’aria attirando l’attenzione di chi sta per ricevere una scarica di adrenalina da lì a poco. La tecnica della doppia voce, quasi urlante, che compare in un’eco perpetua in molti brani, e che accompagna tutta la traccia, è un lavoro semantico che la band ha fatto per dare il senso dell’alter ego interiore. “Sophia Told Me” è un album riflessivo, dualista che mette a faccia a faccia l’ascoltatore con i brani, come l’uomo con la sua coscienza. Quel confronto tra la maschera apparente della realtà esteriore e la vera identità, quella dell’anima. La pulizia del suono di questo lavoro ha un brano-emblema, “Voice Of Hush”, dove la suddivisione degli strumenti, dei loro suoni è ben chiara e dove il ritorno alle idee psichedeliche, tanto amate dal gruppo, tornano a farsi sentire soprattutto nell’overture del brano. La decisione delle chitarre, la chiarezza della voce e il drumming della batteria sono le prerogative di quest’album che contraddistingue e fa emergere gli Unmask nel panorama del rock progressive alternativo. Uno dei brani interessanti, psichedelici e dal contenuto psicologico è “Whitin My Soul”, in cui ritroviamo la voce di Sophia, in un dialogo con il suo uomo, tra cambiamenti repentini di decisioni e ripensamenti, un rapporto a due riflessivo che si espleta in una chiave alquanto interiore. Anche le sonorità del brano, l’alternanza di stacchi graffianti e aggressivi e stacchi edulcorati, rispecchiano il senso di “Within My Soul”. Dal primo all’ultimo brano si ha la certezza che il disco sia stato registrato in un grande studio con strumentazioni all’avanguardia, ma quando qualcuno, poi, vi dirà che il lavoro musicale è stato impresso su disco tutto in autoproduzione dagli Unmask stessi, riaffiora sul viso quel senso di sorpresa positiva che alimenta ancora di più il mistero e la curiosità di ascoltare l’album sino in fondo.

reviewed by Antonella Dilorenzo

Artists&Bands: gli Unmask non avranno difficoltà ad imporsi nel mercato nazionale e non

Prima di parlare del disco degli Unmask, vorrei fare una breve riflessione suggeritami dall’ascolto della band. E’ interessante notare come effettivamente l’impatto dell’artwork e in generale la maniera di porsi ed esporsi al pubblico, in alcune fasi, sia addirittura più importante della musica stessa. Io stesso avendo tra le mani vari dischi da recensire, spesso scelgo quello che “si presenta meglio”. Per non parlare della qualità delle registrazioni. Anch’essa fa parte del biglietto da visita di una band. La qualità del sound ha un ruolo fondamentale, perché valorizza i brani e a volte addirittura ne consente una sopravvalutazione. Con ciò intendo dire che oggi, troppo spesso, band in erba si affidano a grafici e studi di registrazione improvvisati. C’è chi addirittura preferisce fare tutto in casa. Per carità spesso non ci sono risorse economiche sufficienti. Ma molte band dovrebbero capire che è importante affidarsi a gente competente e con anni di esperienza al fine di evitare brutte figure e di valorizzare male, pur essendo valido, il proprio lavoro. Vedreste mai un pilota della Ferrari, bravo per quanto sia, con degli ingegneri e dei meccanici improvvisati o con scarsa esperienza? La risposta la sapete già. Questo per dire che gli Unmask sono una band che ha ben chiaro questo concetto. L’artwork è molto intuitivo e accattivante, professionale e in tema con il concept da loro proposto. Le registrazioni sono di ottima fattura. E questo può solo valorizzare il lavoro di una band. Passiamo adesso alla musica che rimane sempre la componente fondamentale. Gli Unmask propongono un rock progressive con contaminazioni post rock a tratti psichedeliche. Essi si trovano al primo album in studio. Nel 2007 hanno pubblicato una prima demo che ha permesso loro di farsi conoscere ed ottenere alcune recensioni on line. Fin dal primo brano "Be twin(s)" (del quale è stato realizzato anche un videclip) è presente un interessante intreccio ritmico. Niente di nuovo o trascendentale, ma si ha l’impressione che le ritmiche siano molto curate e costruite molto bene attorno ai riff, il tutto contribuisce a rendere i brani non monotoni. Il sound del disco è duro ma non eccessivamente aggressivo in alcuni momenti, riflessivo e malinconico in altri. Le atmosfere proposte dagli Unmask sono sempre molto intense, anche se in alcuni casi avrei preferito forse maggiori interventi delle tastiere, per “areare” maggiormente il suono. Se come detto prima, l’aspetto ritmico viene molto curato dagli Unmask, quello dell’orchestralità e degli overdubs forse è leggermente trascurato. Sicuramente non si tratta di una casualità, ma davvero in alcuni tratti il suono appare eccessivamente secco. Ho molto gradito il timbro di Ignazio Iuppa. La sua voce è versatile, esperta e dotata di quella maturità necessaria per le tematiche trattate. Inoltre possiede una discreta estensione. Il meglio degli Unmask probabilmente è nei momenti più lenti e introspettivi, i quali risultano molto personali e originali. Ed è proprio la personalità e l’originalità di questa band la chiave di volta del disco. Il disco si lascia (ri)ascoltare con piacere. Siamo di fronte ad una band che penso e spero possa presto trovare al più presto un’etichetta che valorizzi ancor più il buon lavoro fin qui fatto. Inoltre se, come presumo, i ragazzi continueranno questo loro percorso di personalità e ricerca, anche in chiave psichedelica, non avranno difficoltà ad imporsi nel mercato nazionale e non.

reviewed by Giuseppe Carrubba rating 70/100

RockShock: gli Unmask non si nascondono; realizzano un disco di indubbia qualità e si propongono prepotentemente nella scena italiana, soprattutto sfruttando la loro migliore qualità: la personalità

Nella scena rock-progressive, l’Italia ha di certo contribuito molto portando alla ribalta tanti gruppi che con le loro note sono passate nelle nostre orecchie per restare ferme immobili nelle nostre menti. Su questa scia gli Unmask si lasciano influenzare e partoriscono Sophia Told Me, cinquanta minuti suddivisi in dieci brani nei quali l’alternanza tra rock-progressive e rock-psichedelico regna sovrana e di certo non suscita indifferenza. E’ molto difficile nel nostro paese emergere, crearsi un proprio piccolo spazio a livello musicale, soprattutto quando si propone un genere spesso difficilmente recepibile, senza correre il rischio di scivolare in ovvie citazioni e di conseguenza cadere sullo scontato o banale. Ci provano gli Unmask, quattro ragazzi di Roma attivi dalla fine del 2006. In questi quattro anni sono cresciuti calcando principalmente i palchi dei più noti locali romani, per poi partecipare a festival nazionali e non, e realizzando una demo quasi un anno dopo la loro formazione. Sophia Told Me è un concept-album nel quale la colonna portante è il confronto ed il dialogo interiore tra l’essere umano e Sophia, che rappresenta il proprio “io”. L’open-track è Be twin(s), che funge anche da singolo dell’album con tanto di videoclip, e da subito si percepisce la non-linearità del sound e delle atmosfere create dai quattro; un confronto diretto tra sonorità più melodiche e riflessive e parti più aggressive ed a tratti anche più ruvide. Con All I Need ci si sposta verso suoni più energici e più devoti al rock in chiave moderna New World, con le sue melodie da rock-ballad, sembra voler fungere da “pausa” mentre in realtà rappresenta un nuovo inizio, un nuovo giorno. Sleepless Night è senza dubbio uno dei brani più riusciti del disco grazie anche a quest’alternanza tra parti lente e riflessive e suoni più rabbiosi, che si concludono porgendo lo sguardo verso suoni più metal soprattutto per quanto riguarda le parti di chitarra. Il disco si conclude con la versione “reprise” di All I Need che rispetto alla precedente è più lenta e malinconica, dove risalta in maniera più che soddisfacente il binomio voce-tastiera. Gli Unmask non si nascondono; realizzano un disco di indubbia qualità e si propongono prepotentemente nella scena italiana, soprattutto sfruttando la loro migliore qualità: la personalità. Stessa personalità che dimostrano di avere nelle esibizioni dal vivo, dove di certo la band romana dà il meglio di sé stessa, soprattutto per il fatto che il loro genere si presta meglio in contesti “live”, dove le qualità tecniche e le conseguenti sensazioni ed emozioni che si creano si percepiscono molto meglio rispetto alle casse di uno stereo.

reviewed by Piero Di Battista

Hard Sound: si giunge alla fine senza quasi accorgersi del passare del tempo e pensando "peccato che sia finito, adesso lo riascolto!

Italiani, precisamente di Roma, gli Unmask sono una giovanissima band attiva da fine 2006 nel sottobosco italiano. Da poco e attraverso il loro sito è possibile acquistare il loro disco d'esordio totalmente autoprodotto che si intitola 'Sophia Told Me'. L'album racconta la storia di un uomo che si confronta con il suo io interiore guidato dalla voce di Sophia, ammaliante entità che rappresenta la coscienza del protagonista. Per farlo i cinque componenti decidono di accompagnare l'evolversi del racconto con le note ed i ritmi del prog, prettamente metal, per un totale di 50 minuti suddivisi in una decina di tracce. Non appena si mette il supporto argentato nel lettore la prima cosa che si nota è l'alto livello qualitativo della produzione: non sembra affatto di ascoltare un lavoro autoprodotto, dove spesso con budget risicati il risultato non è mai eccezionale, ma sembra di essere di fronte a quegli ottimi lavori spesso appannaggio di etichette affermate. Ma non solo, già a partire dal brano di apertura "Be Twin(s)" gli Unmask ci mettono sul piatto un ottimo lavoro di songwriting ed una personalità non indifferente, caratteristiche che li accompagneranno per tutta la durata del disco. Diventa quindi difficile non lasciarsi trasportare dalla musica di questo 'Sophia Told Me', apprezzandone la ricercatezza di alcuni passaggi, le emozioni che trasudano quasi sempre e le capacità tecniche che, pur senza picchi eccelsi e senza mai mettersi troppo in mostra, sono ben presenti. Con la conseguenza che si giunge alla fine senza quasi accorgersi del passare del tempo e pensando "peccato che sia finito, adesso lo riascolto!". In definitiva non si può che affermare che band come gli Unmask non possano che far bene al moderno movimento progressive italiano. Non possiamo quindi che sperare, perché lo meritano veramente, che qualche etichetta si faccia avanti con loro al più presto per potergli dare maggiore visibilità e possibilità di distribuzione globale.

reviewed by Paolo Brilli

Rocklab: questo album è fatto proprio come Cristo comanda

Per finire stavolta mi è capitato fra le mani un vero e proprio album, anzi di più, un concept album, praticamente la colonna sonora di una rock opera. Gli Unmask di Roma presentano un lavoro che deve essere costato un certo impegno ad una band emergente, mi viene da dire che è la risposta italiana a Metropolis pt II dei Dream Theater, sono decisamente colpito. Non essendo un fan del progressive in generale, ma amando le opere rock, il primo collegamento fatto a mente è stato a “Repo! The Genetic Opera” a causa delle atmosfere cupe ed epiche, poi naturalmente ai Dream Theater di cui sopra. Che dire, da veri krumiri del prog questo album è fatto proprio come cristo comanda e la produzione potrebbe essere scambiata per una di quelle in cui si spendono un bel pò di soldoni per cui onore al merito a questo progetto che per qualità del suono caga in testa a tutte le band d’Italia che paraculano i loro dischi registrati male con il solito “a noi ci piace il lo-fi”. Forse l’unica cosa che si può dire è che l’ascolto è un pò pesante per l’ascoltatore rock medio e se potessi dare un consiglio, è quello di supportare la musica con delle immagini, magari un mediometraggio, o cercare di calcare più la mano sulla parte visiva della band e nella sua presentazione (che peraltro già stanno facendo), per creare un immaginario più forte legato ai brani.

reviewed by Giovanni Papa

Rock Revolution: un sound emozionante e profondo, privo di ogni barriera tra la band e l’ascoltatore

La cultura della maschera da sempre ha affascinato ed attratto, da Socrate a Schopenhauer, da Nietzsche, ad Oscar Wilde, e altri che potremmo citare, fino ad oggi in cui sempre più spesso le band trovano affascinante l’idea di presentarsi al proprio pubblico con una maschera. Quale altro mezzo più ambiguo dietro il quale nascondersi? Quale modo migliore per tener la verità nascosta e custodire la propria intimità e profondità? La maschera diviene simbolo del mistero, dell’incertezza e del dubbio. Gli Unmask invece hanno scelto un viaggio a ritroso, in cui non è più la band a celarsi dietro la maschera, preferendo spogliarsi dalla stessa e mostrare al pubblico un percorso interiore nudo e sincero. Nasce il primo lavoro degli Unmask: “Sophia Told Me”. Il disco conserva un carattere psichedelico e seducente, contenuto nei dieci brani di cui è composto e rappresentato da profondi dialoghi che vedono come protagonisti l’individuo e Sophia, figura eccentrica e protagonista nell’intero disco, colei che conduce l’individuo verso il già citato cammino interiore. Un sound emozionante e profondo, privo di ogni eventuale barriera tra la band e l’ascoltatore. Così la band rivela un’intensa dinamicità espressa attraverso un viaggio in cui il proprio “Io” si svela percorrendo note Rock indirizzandosi verso una sorta di Dark/Ambient. “Within My Soul” è un brano estremamente interessante e psicologico. E’ importante l’ascolto del testo, un dialogo il cui tema principale è l’alternanza tra decisioni e pentimenti che si susseguono, completati da un sound altrettanto incostante ed irregolare. La chitarra diviene graffiante a tratti, arricchendo il brano ed addolcendolo allo stesso tempo. L’atmosfera muta dopo il terzo minuto a partire dal quale prevale l’atteggiamento più duro e fortemente rock. Anche “Sleepless Night” è un altro brano da considerare tra i migliori dell’intero disco. L’inizio è eseguito da una voce malinconica e da un riff di chitarra che contribuisce a dare quell’aria misteriosa e curiosa. Qui si racconta di una notte insonne e del caos al quale si và incontro in questi momenti. Ritmi che variano senza mai appesantire il brano e suoni che si incontrano e si scontrano opportunamente caratterizzano il brano sostenendo quella sensazione di malinconia che si forma man mano che il brano procede. E’ interessante anche come “All I Need” viene proposta in due versioni, entrambe segueno la stessa linea melodica ma eseguite in modalità diversa. La prima, viva ed energetica, in cui il sound è espresso da un rock pieno e ricco. La seconda “All I Need (reprise)” è calma e quieta, caratterizzata da un’ atmosfera volutamente lenta condotta da note che si muovono e spaziano tra chitarra e tastiera. Un continuo crescere di emozioni e sensazioni vengono avvolte e racchiuse in questo ultimo brano in cui la presenza di Sophia si rivela definitivamente. Bastano pochi ascolti per capire che il primo lavoro degli Unmask non è un semplice LP ma un prodotto di notevole spessore che merita di essere apprezzato sia per la tecnica musicale e compositiva, sia per gli spunti profondi ed intensi che i testi offrono continuamente. E se chi bene inizia è a metà dell’opera, gli Unmask non dovrebbero avere problemi a diffondere la propria musica ed in particolare questo disco, fluido e scorrevole, ben studiato e curato in ogni aspetto. “Sophia told me” è un LP che si discosta dalla superficialità come pochi sono riusciti a fare. Non poteva mancare il nostro giudizio chiaramente positivo e pertanto cogliamo l’occasione per complimentarci vivamente, sperando di sentir parlare presto di un nuovo lavoro da parte della band romana.

reviewed by Ida Parlavecchio

Magazine Eclipse: Per godere al meglio della musica degli Unmask bisognerebbe assistere ad uno dei loro concerti live

Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Così scriveva il provocatorio genio di Oscar Wilde, a proposito della sincerità e della spontaneità del genere umano. Ma che succede quando la maschera viene tolta e ci si ritrova faccia a faccia con la propria coscienza? E che succede se questo confronto avviene a suon di rock? Probabilmente per scoprirlo bisognerebbe ascoltare la musica degli Unmask, band romana emergente e assolutamente promettente. Il loro primo LP, presentato al pubblico nel maggio 2010 e intitolato Sophia told me, è la trasposizione musicale di un dialogo interiore, con la propria coscienza e la propria consapevolezza, che trovano personificazione nella figura allegorica di una donna fatale. Come fatale può essere il confronto con sé stessi e col mondo che ci circonda. Il dialogo interiore con Sophia non è mai scontato né sommesso. È al contrario un tumulto di sonorità forti e cariche di energia. La voce della coscienza cantata dagli Unmask è una voce rock, con contaminazioni e influenze che spaziano dall’ambient allo psichedelico. La forza dirompente scaturita dalle canzoni degli Unmask è frutto e merito del talento degli artisti che ne fanno parte: la voce di Ignazio Iuppa, il basso di Daniele Scarpaleggia, la chitarra di Claudio Virgini, la batteria di Dario Santini. La loro grinta e passione per la musica trova spazio ed espressione nei dieci brani inediti che compongono l’LP Sophia told me. Tra questi è stato tratto il primo singolo, Be twin(s), forse la punta di diamante dell’album e l’espressione più eloquente della sua natura artistica. I più curiosi potranno cercare il video del singolo nel canale you tube della band. Ma non basterebbe. Per godere al meglio della musica degli Unmask bisognerebbe assistere ad uno dei loro concerti live. È dal vivo, infatti, che il gruppo riesce a dare il meglio di sé e a scardinare sempre qualcosa di profondo all’interno del pubblico e degli ascoltatori. Questi si trovano coinvolti in uno spettacolo e in una performance che non è mai solo e soltanto di semplice musica: l’effetto visivo e scenico, realizzato attraverso giochi di luce e colore e attraverso le proiezioni video, contribuisce a trasmettere e comunicare l’essenza della musica degli Unmask e il suo messaggio. Un messaggio in perfetto stile rock che bisognerebbe ascoltare con le proprie orecchie per apprezzarlo appieno.

reviewed by Silvestro Capurso